La signorina Else raccontata dalle distorsioni dei Marlene Kuntz

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La cornice neoclassica di Villa Pignatelli diventa un luogo dove la musica, l’arte, la fotografia, la cultura e il cinema si incontrano per Effetto Museo, e giovedì 12 Dicembre è stata l’ambientazione perfetta per il live dei Marlene Kuntz. Una session trasportata su note differenti quella della band cunese che si è esibita contaminando il cinema muto e sonorizzando le scene del film “La Signorina Else” del 1929. Novanta minuti con il fiato sospeso, cullati da una melodia tranquilla, spensierata e che lentamente si è portata su toni più nervosi e impazienti, trasportata dal mood delle scene del film. Un viaggio sonoro ma soprattutto un’esplorazione della psiche umana grazie alla piccola parentesi aperta sulla vita della signorina Else e su continue distorsioni che Cristiano Godano e compagni hanno saputo improvvisare durante un live che non ha avuto un secondo di pausa.

Marlene Kuntz - Effetto Museo &copy MelodicaMente

La resa è delle migliori, la qualità musicale è eccezionale, e l’intima aria che si respira sotto al palco è di quelle che però tiene tutti ancorati alle sedie, attenti alle scene del film ma anche avvolti continuamente da una melodia che di statico sembra avere poco e niente. I Marlene Kuntz sono tra le poche realtà sperimentali rock rimaste nel panorama italiano, e durante uno spettacolo del genere non tarda ad arrivare conferma di questa opinione ormai consolidata, complice un impegno continuo a voler dare sempre il meglio e ad avere un gusto inconfondibile per le cose fatte bene. La poetica e la bellezza della musica dei Marlene è sempre presente anche quando si tratta di un live strumentale, le contaminazioni e le continue miscelazioni fanno parte ormai di un repertorio che continuamente si rinnova rimanendo fermo su alcuni cardini e variando per alcuni aspetti sempre nuovi e all’avanguardia. Marlene Kuntz vs Signorina Else vanta la produzione del Museo Nazionale del Cinema e sbarca ad Effetto Museo come rappresentazione materiale di una filosofia di fondo che la rassegna partenopea vuole diffondere nel territorio per creare una nuova tradizione non solo musicale ma anche culturale che coinvolge a più livelli differenti realtà. Un lungo cammino musicale ci ha resi protagonisti durante il live dei Marlene Kuntz lasciandoci sospesi in quel noise rock che tanto mancava all’appello.

Marlene Kuntz - Effetto Museo © MelodicaMente

Distorsioni e disgregazione melodica la fanno da padrone soprattutto nel tema centrale dell’intero live, separando nettamente una gioiosa e spensierata ballata melodica da un’escursione violentemente rock, sottolineata da una batteria prepotentemente presente. Anni venti e l’avanguardia musicale di inizio secolo si incontrano e coesistono perfettamente creando un’armonica rappresentazione mai disturbata da un tema musicale troppo nervoso mai distratta da immagini ripetitive. I vuoti espressivi della pellicola cinematografica vengono riempiti in maniera poco invasiva dagli strumenti, le scene sembrano essere state concepite nello stesso momento in cui sono nati gli accordi musicali, ma in realtà nasce tutto separato, ma con l’unico scopo di poter raccontare il dramma psicologico. Il mood malinconico subisce delle mutazioni passeggere di tanto in tanto allietando anche il più duro e triste dei momenti. La disperata condizione dell’uomo in difficoltà messo alle strette da una situazione poco felice rende sempre meglio di una gioiosa giornata di sole, tiene tutti con il fiato sospeso e sfocia in maniera egregia negli accordi musicali più categorici e secchi che si possa concepire.  Tutto perfetto, fluido e geometricamente stabile, i Marlene Kuntz si riconfermano grandi musicisti ma soprattutto geniali poeti moderni, grazie all’amore per la musica, la bellezza, l’arte e le forme artistiche senza tempo.

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