
Condono: ecco tutto ciò che c'è da sapere - www.melodicamente.com
Un qualcosa che è stato confermato anche dal Consiglio di Stato: stiamo parlando del condono edilizio. Se ne hai bisogno o necessità, ecco tutto quello che devi sapere.
Si tratta di una norma che, in molti, specie per coloro che si trovavano in situazioni di abusivismo, servirà proprio per mettersi in regola. Ma in cosa consiste? Cosa bisogna fare nel dettaglio e, soprattutto, quale domanda presentare al proprio Comune?
E sono proprio i Comuni che devono “aggiornarsi” in merito proprio a questa decisione portata avanti dal Consiglio di Stato. Cerchiamo di capire meglio insieme.
Quanto può essere utile il condono
Quando pensiamo al concetto di abuso edilizio, pensiamo allo stesso tempo, a quanti ce ne sono in Italia ma, anche, alla possibilità di poterli condonare in modo da farli diventare regolari e, per chi li possiede o, addirittura, ci abita, non avere più problemi davanti alla legge. Questa è una delle motivazioni che ha portato il Governo a riproporlo e, soprattutto, a chiedere aggiornamenti ai Comuni.
Ma quando i Comuni non rispondono alle esigenze del cittadino richiedente, cosa bisogna fare? La risposta è molto chiara: il Consiglio di Stato ha confermato che il silenzio del Comune su una richiesta di condono edilizio per oltre 24 mesi equivale ad assenso, anche se l’opera non è sanabile. Si tratta di una decisione che ha data 9 aprile 2025, in una sentenza proprio del Consiglio di Stato.
Ci sono, infatti, casi di Comuni che dopo più di 10 anni, non hanno mai dato risposta ai cittadini che hanno presentato regolare domanda per il condono edilizio. Tutto era regolare, compresi i pagamenti dovuti, ma dal Comune interessato, nessuna risposta. Cosa fare in questo caso?
Cosa succede se il comune non risponde alla tua richiesta
Per l’Amministrazione non si sarebbe formato alcun silenzio-assenso per carenze documentali ma solo perché questi interventi non rientrerebbero tra quelli condonabili previsti dalla legge. All’inizio, il TAR ha condiviso questa lettura, ma dal Consiglio di Stato è arrivata la smentita.

Per il consiglio di Stato, il comune ha avuto tutto il tempo per esprimersi in merito ma non l’ha fatto e, quando la pubblica amministrazione non rispetta i termini previsti, perde il potere di intervenire sulla richiesta del cittadino stesso. L’unica strada per intervenire, una volta formato il titolo, è l’autotutela.
Una sentenza che ha dato una mano notevole, non solo ai cittadini di questo comune, ma anche ai tanti che si trovano in questa stessa situazione e non sanno come procedere o se poter procedere con il condono o meno.