Dax J condannato per un remix di una preghiera musulmana

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Il Dj inglese Dax J, nato a Londra e ora residente a Berlino, ha ricevuto una condanna di un anno di prigione per aver eseguito un remix house di una preghiera musulmana.

Lo scorso fine settimana Dax J ha suonato in una discoteca di Nebeul vicino Hammamet, in Tunisia, durante l’Orbit Festival, il brano “Sah” di Meer che contiene una versione house della adhan, il canto sacro musulmano che il muezzin intona per chiamare i fedeli a raccolta. Dopo questo episodio le autorità locali hanno arrestato il manager del locale e il dj inglese e chiuso la discoteca. Il club ha ospitato tutti i party in programma per il festival, El Guitone, e aveva chiamato anche altri nomi piuttosto conosciuti come Radio Slave, DVS 1 e La Fleur.

Nelle scorse ore è stato pubblicato un video dell’accaduto (che trovate in fondo all’articolo) dove si vedono alcuni giovani che ballano sulle note di un remix dell’adhan. Dopo la sua visione il governatore della città Mnouar Ouertani ha chiuso il locale: “Dopo che i fatti sono stati confermati, abbiamo deciso di chiudere il nightclub fino a nuovo ordine. Non permetteremo attacchi contro quello che riteniamo sacro e contro i nostri sentimenti religiosi.” Secondo la BBC Dax J aveva già lasciato la Tunisia quando è stato raggiunto dalla notizia della sua condanna ad un anno di reclusione “per violazione alla giusta morale ed oltraggio pubblico alla modestia”.

Dopo questo episodio non si sono fatte attendere le reazioni sui social networks: le pagine Facebook e Twitter del DJ sono state letteralmente prese d’assalto da tantissime persone che hanno manifestato l’intenzione di ucciderlo, tanto da portare Dax J a rimuoverle. Lo stesso DJ si è scusato pubblicamente ma senza molto successo: “Voglio offrire le mie più sincere scuse a chiunque possa avere in qualche modo offeso con la musica che ho suonato all’Orbit festival in Tunisia venerdì scorso. Non è mai stata mia intenzione offendere nessuno.” La questione ha sollevato l’ennesimo polverone tra chi professa la libertà musicale e l’importanza di superare barriere religiose e culturali e chi invece mal tollera intrusioni di questo tipo nella propria cultura. Vedremo quali saranno gli sviluppi.

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