
Debiti cancellati se li hai fatti in buona fede: con la nuova sentenza non paghi più nulla-melodicamente.com
È possibile cancellare i debiti se fatti in buona fede. Cosa bisogna sapere, in modo da non avere problemi.
I debiti sono un peso non indifferente, e su questo, non c’è dubbio. Quando si devono soldi a qualche ente, che sia la banca o una finanziaria, oppure il Fisco, si rischiano decreti ingiuntivi, fermi amministrativi, pignoramenti e molto altro ancora.
Chiaramente è una pressione psicologica, soprattutto se si fatica a restituire il denaro. Magari si è perso il lavoro e non si riesce più a pagare, oppure ci sono altre problematiche che impediscono di versare il dovuto.
In molti si domandano cosa fare in questi casi. La cosa migliore, come sempre e se si hanno le risorse per farlo, è quella di rateizzare, piuttosto che pagare in unica soluzione. D’altronde, è un’alternativa che permette di restituire il dovuto, ma con tranquillità e meno pressione.
Tuttavia, non sempre è sufficiente la rateazione, perché possono subentrare anche altre problematiche, che non consentono di rimborsare i propri creditori. Una nuova sentenza del Tribunale, ha gettato nuova luce sulla possibilità di vedersi cancellati i debiti. Ecco in che contesto.
Debiti cancellati se fatti in buona fede: cosa dice la sentenza
La storia è quella di una famiglia di Crotone con due figli minorenni. La coppia, giovane, aveva contratto oltre 60 mila euro di debiti.

Tutto questo, però, per ragioni che non dipendevano dalla loro volontà. Il Tribunale di Crotone ha riconosciuto che la coppia aveva contratto i suddetti debiti in buona fede, e il sovraindebitamento non era volontario. Purtroppo, era dovuto a delle circostanze sfortunate in ambito lavorativo. Il padre, aveva dapprima lavorato in modo saltuario, per poi riuscire a trovare un contratto a tempo indeterminato, in un supermercato.
Tuttavia, nati i figli, aveva chiesto dei prestiti, ma poco tempo dopo, l’azienda era andata in fallimento, e lui era rimasto senza lavoro. Era riuscito a trovare un nuovo impiego come operaio, ma il guadagno era di 930 euro.
La moglie, che lavorava per un call center, aveva perso anch’ella il lavoro, per poi ritrovarlo come collaboratrice domestica, a 300 euro al mese. Il giudice ha analizzato la situazione e ha valutato che la coppia non aveva accumulato debiti irresponsabilmente, tant’è che l’uomo aveva saldato alcune situazioni, prima di perdere il lavoro. Il Tribunale ha riconosciuto l’esdebitazione, e ha stabilito che il soggetto, nei prossimi tre anni, aggiorni il proprio quadro finanziario, con report del Gestore crisi.