
L'allarme del Ceo di Iliad: le sue durissime parole - Melodicamente.com
Il Ceo della nota compagnia Iliad ha rilasciato delle importantissime dichiarazione per i clienti dell’azienda ma non solo.
L’amministratore delegato di Iliad, Benedetto Levi, ha recentemente affrontato su LinkedIn il tema sempre più preoccupante delle truffe telefoniche, con un particolare focus sul fenomeno dello spoofing.
In un contesto in cui queste pratiche scorrette sono in costante crescita, Levi ha voluto sottolineare come il vero nemico non sia tanto la tecnica dello spoofing, quanto piuttosto i call center fraudolenti che ne fanno uso per ingannare gli utenti.
Spoofing e truffe telefoniche: una minaccia crescente
Lo spoofing consiste nella falsificazione del numero telefonico visualizzato sul display del destinatario, un metodo utilizzato da truffatori per far sembrare la chiamata proveniente da una fonte attendibile. Questa pratica ha attirato l’attenzione di AGCOM, che ha recentemente istituito uno scudo anti spoofing con l’obiettivo di limitare questi fenomeni dannosi per i consumatori. Nel suo intervento, Levi ha condiviso un video risalente allo scorso dicembre che documentava una chiamata di telemarketing aggressiva realizzata proprio tramite CLI Spoofing. Tuttavia, secondo il CEO di Iliad, “[… ] Lo spoofing è un mezzo, non è il problema. Il problema sono quei call center truffaldini che, usando pratiche scorrette, dichiarano informazioni false e raggirano gli utenti”.
Questa distinzione è fondamentale per comprendere come il contrasto a queste frodi debba partire dalla lotta contro le organizzazioni che le mettono in atto. Levi ha riportato un episodio emblematico in cui un collega ha ricevuto una chiamata apparentemente proveniente dall’ufficio amministrativo Iliad che annunciava un presunto aumento dei prezzi dovuto a una “migrazione alla fibra”. Una comunicazione totalmente falsa, pensata per generare allarme e confondere gli utenti. Di fronte a questi fatti, il CEO di Iliad ha annunciato una presa di posizione molto chiara: “Questo non è telemarketing, è una truffa. Per questo, come Iliad abbiamo deciso di presentare un esposto alla Procura della Repubblica”.
L’azione legale rappresenta una mossa decisa per contrastare queste pratiche illegali, ma Levi va oltre e lancia un appello a tutta la filiera delle telecomunicazioni: “È il momento che tutta la filiera si coalizzi: insieme possiamo fermare queste pratiche scorrette”. Il messaggio è rivolto anche agli altri operatori telefonici, affinché mettano in campo strumenti e strategie comuni per prevenire e ridurre il fenomeno delle truffe telefoniche, proteggendo così i clienti e tutelando la reputazione dell’intero settore.

L’attenzione delle autorità non si è limitata alle sole denunce da parte delle aziende. AGCOM ha infatti introdotto misure volte a creare un vero e proprio scudo anti spoofing, che include l’adozione di sistemi tecnologici per l’identificazione e il blocco delle chiamate fraudolente. Queste iniziative sono parte di un più ampio piano regolatorio che mira a rafforzare la sicurezza delle comunicazioni e a garantire maggiore trasparenza nei rapporti tra operatori e consumatori.
Inoltre, le campagne di sensibilizzazione rivolte agli utenti sono fondamentali per riconoscere segnali di allarme e difendersi da tentativi di raggiro, soprattutto in un panorama in cui le tecniche di truffa si evolvono rapidamente e diventano sempre più sofisticate.
Benedetto Levi, con la sua presa di posizione, ha voluto indicare una via precisa: non basta intervenire contro strumenti come lo spoofing, ma è necessario agire con fermezza contro chi sfrutta questi strumenti per danneggiare gli utenti con pratiche fraudolente. La chiamata all’unità tra operatori, istituzioni e autorità rappresenta dunque un passo cruciale per cambiare davvero le cose nel mondo delle telecomunicazioni.