Pino Scotto: “Un paese senza arte è un paese senza anima”

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Pino Scotto

Abbiamo avuto il piacere di chiacchierare con Pino Scotto, la leggenda del rock italiano che ha sfoggiato, ieri 4 Aprile 2013, durante l’intervista, la maglietta dei NIN. Una lunga carriera quella del cantautore italiano che non sembra aver alcuna intenzione di smettere di sperimentare.

Iniziamo subito con una piccola chicca, il prossimo progetto di Pino Scotto sarà un concept di cover di brani che ruoteranno attorno ad un concetto comune. Usciranno due cd, uno in italiano e uno in inglese, che s’inseriranno nella già lunga discografia di Pino Scotto, tutta da scoprire ma soprattutto ascoltare. Dai Vanadium alla carriera solista toccando i Fire Trails, più di trent’anni di musica e ancora tanta da macinare, in una situazione politica ed italiana precaria.

Da qualche mese Pino Scotto ha pubblicato il disco “Codici Kappaò” che vede la collaborazione di diversi artisti da Edoardo Bennato passando per Club Dogo. Un lungo tour quello affrontato dal rocker italiano che si esibirà venerdì 5 Aprile 2013 a Calvari, Genova e l’ultima data sarà invece a Desio (Monza-Brianza) Sabato 6 Aprile 2013, una grande festa gratuita per festeggiare questo disco, così ha voluto Pino Scotto. Prima di passare all’intervista ecco qualche dettaglio sul disco. “Codici Kappaò” è stato pubblicato da Shouts! Records e distribuito da Edel Italia e vede la collaborazione di artisti del calibro di Edoardo Bennato, Club Dogo, Modena City Ramblers, The Fire, Kee Marcello e Mike Terrana.

Pino Scotto | © Nicola Allegri
Pino Scotto | © Nicola Allegri

 

1. Fresco di qualche giorno fa è l’annuncio che quest’anno non si terranno né il Rock in Idhro né l’Heineken Jammin Festival né il Gods of Metal. Cosa pensi di questa situazione pessima della musica italiana legata proprio alla mancanza di eventi culturali?

La situazione è triste perché anche questi festival come l’HJF e il Gods of Metal da anni stanno andando malissimo perché hanno costi elevati e c’è bisogno di tanta gente ma la gente vede sempre gli stessi artisti e si stanca. Poi non ci sono soldi, questa crisi è evidente, quindi magari i ragazzi preferiscono tenersi questi soldi per andare solo ad un concerto e non a tre come poteva accadere prima. E’ una cosa molto triste. Locali che chiudono… C’è una decadenza pazzesca in questo. Perché un paese senza arte è un paese senza anima e quelli vogliono questo. Ci vogliono così, come dei robot. Se prendevamo qualche voto in più con Beppe Grillo. Io sono con lui da cinque, sei anni, ero la settimana prima delle elezioni con lui a Roma. Se prendevamo qualche voto in più li mandavamo tutti a casa… Peggio di così non può andare quindi proviamoli, perché no. Questi attuali devono andare tutti a casa e ci devono restituire tutti i soldi che si sono imboscati. Solo allora potremmo avere una rinascita in questo paese. Beppe è quello che vuole, fidati. Io lo conosco da anni. E’ tutta gente normale quella che lavora con Beppe. Invece la gente…. è un paese di masochisti. 

2. Collaborazioni in questo nuovo disco e in generale le collaborazioni che hai attuato nel corso del tempo….

Mi piace proprio collaborare con gli artisti, poi sono tutti amici. Pochi con cui ho collaborato proprio non li conoscevo. Mi piace questa cosa perché io sono convinto che se al rock non diamo una nuova veste va a finire che la gente pensa che Gianna Nannini è rock, che Ligabue è rock, che Vasco Rossi è rock.

3. Cosa ne pensi del panorama alternativo italiano?

Io fortunatamente faccio una media di 100 date l’anno e sono tantissime. Sul palco con me sono venute un sacco di band giovani, delle voci eccezionali. Da X Factor a lì l’ultimo quello con Carrà, The Voice, quello con Piero Peluche (Piero Pelù, ndr.)… ecco… tutta gente che ha già partecipato ad altri talent. Dico io, se è quarant’anni che ci provi cosa ci vai a fare, tanto sai benissimo che quello che vince cosa vince?! La coppa del nonno. Non ci sono opportunità. La discografia sta chiudendo tutta, non ci sono più soldi e quindi le major tipo Sony esistono perché la casa madre ha bisogno della distribuzione altrimenti avrebbe già chiuso la sede in Italia. Purtroppo chi ci perde sono questi ragazzi che sono tantissimi che meriterebbero invece…

4. Quindi la prospettiva è l’Europa?

Se vuoi fare un tour all’estero ti metti su internet… sicuramente non ti pagano però puoi andare. Si può fare.

5. Appunto, Internet. Pensi che sia dannoso o positivo? Che rapporto hai?

Io non  ho nessun rapporto perché non ho un computer, non lo voglio, non lo voglio vedere neanche. C’ho un sito e Facebook che cura la mia etichetta, ogni tanto mi fa vedere, mi chiama. Io non ne voglio sapere. Non voglio contaminarmi… poi Internet è utilissimo ma c’è gente che usa questi mezzi per le stronzate. E’ molto utile, oggi vai su internet trovi tutto ascolti tutto ma ci sono anche quelli che scaricano illegalmente e lo stato non ha mai fatto niente. Mai niente per questo. Ecco come si è distrutto un mercato dove migliaia e migliaia di persone sono rimaste a casa senza lavoro. Poi la gente pensa che la musica è divertimento, che deve essere gratis. La gente che ci lavora dietro chi li paga?

Pino Scotto - Codici Kappaò
Pino Scotto – Codici Kappaò

6. Ho notato il tuo progetto Rainbow per i bambini in difficoltà me lo può spiegare meglio?

In poche parole io e la Dott.ssa Caterina Vetro abbiamo iniziato a collaborare. Lei è giovanissima e dopo un periodo a Milano è andata in Belize dove ci sono questi bambini traumatizzati dalle persone che vanno lì e vanno con i bambini. Io a quella gente lì gli darei fuoco. Comunque, lasciamo perdere. Lei mi ha detto, dai facciamo qualcosa. Allora abbiamo iniziato a costruire delle casette per ospitarli visto che gli orfanotrofi li trattano male. La prima volta che sono andato lì ho provato ad accarezzare un bambino ed era terrorizzato. Abbiamo tirato fuori un po’ di bambini da questo orfanotrofi, abbiamo fatto una scuola di musica. Poi siamo andati in Guatemala e abbiamo fatto una piccola clinica. Questo con i soldi che raccolgo io ai concerti e abbiamo anche dei donatori. Ci sono dei ragazzini che ci mandano 5, 10 euro, dolcissimi davvero. Ora siamo in Cambogia dove facciamo del sapone, oli naturali. Sono piccole cose per evitare che i genitori mandino a prostituirsi i figli. Sono piccole cose ma importanti, posso farlo mi sento in dovere di farlo.

Io e Caterina abbiamo fatto in modo di appoggiarsi ad una Onlus serissima. Qualsiasi centesimo è documentato pubblicamente. Quando Caterina parte le fanno una carta di credito e quando torna porta tutte le giustificazioni. Chiarezza totale. In altri progetti, io ho visto delle cose oscene, ti assicuro. Soldi che sparivano da tutte le parti. In Abruzzo stanno ancora aspettando i soldi. Ho visto di quelle cose schifosissime. (nrd. Tutte le informazioni sul progetto Rainbow le trovate sul sito ufficiale)

7. I concerti sono dunque l’unico guadagno dell’artista?

Sicuramente, ma il problema è questo: se tu non sei conosciuto i concerti non li fai. E’ quello il problema che va a discapito di queste giovani band. Per suonare devi andare a fare le cover ma quelle di Ligabue e Vasco altrimenti non suoni comunque. Questa è una cosa veramente triste. Sta morendo tutto. Quello che penso io è che sopravviveranno le band storiche ma con il passare degli anni anche queste spariranno e non ci sarà più niente. Ci vuole una rivoluzione. Come nella politica in Italia, ricostruire l’economia e dare la possibilità ai giovani di guadagnare. Stessa cosa nella musica, se non si da la possibilità alla musica nuova di emergere cosa succederà boh?! Rimarranno solo cover band.

8. Per quanto riguarda la collaborazione con Bennato?

Bennato è un grande artista. E’ un artista. Un po’ scontroso eh, perché poi gli sono capitate diverse cose brutte ma Bennato è un musicista. Lui compone 24 ore al giorno, anche quando non c’ha la chitarra in mano lui è lì che pensa sempre. E’ veramente un grande. Ancora oggi scrive dei pezzi e dei testi che altro che Vasco e Ligabue. Io vado fiero di questa collaborazione visto che lui poi collabora poco con altra gente. Lo stesso con i Modena City Ramblers, Kee Marcello e Mike Terrana.

9. Come è nato questo disco “Codici Kappaò”?

Eh… è nato in un paese in cui è andato tutto a puttane, scusa il termine. Cioè i codici, le costituzioni, questi si fanno le leggi da soli. Il prossimo video sarà proprio “Codici Kappaò”. Il testo parla proprio di questa gente che ti frega. Mi è sembrato azzeccato. Il tour è andato veramente bene.

10. Come è cambiato il panorama della televisione e della radio?

Oggi abbiamo solo stronzate. Un programma come il “Grande Fratello” a me andrebbe anche bene però ci deve essere dell’altro. Si deve poter scegliere. Uguale per le radio nazionali, se tu senti questi servi della musica, lì è solo business. Poi passano solo musicaccia, sempre. Mi andrebbe bene anche quello ma ci deve essere altro. Vedo un cambiamento generale dell’offerta musicale. L’Italia si merita questo, una situazione tragica che non l’abbiamo decisa né io né te ma tutto questo è triste. Abbiamo distrutto tutto, un paese dove una volta si parlava della moda, della musica, questa era la visione che l’estero aveva di noi. Ora quando vai all’estero si parla di Bunga Bunga. Questa è l’immagine triste dell’Italia all’estero.

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