
La legalità del topless al mare in Italia(www.melodicamente.com)
Con l’inizio dell’estate, torna puntuale la domanda che interessa molte persone che frequentano le spiagge: il topless al mare è legale?
Esporsi al sole senza la parte superiore del costume da bagno è una pratica diffusa e spesso scelta per evitare i segni dell’abbronzatura, ma quali sono i limiti imposti dal nostro ordinamento giuridico?
Contrariamente a quanto si possa pensare, non esiste alcuna legge che vieti esplicitamente il topless sulle spiagge italiane. La pratica di prendere il sole a seno nudo è, di fatto, consentita, a meno che non si accompagni a comportamenti che possano essere qualificati come atti osceni a sfondo sessuale. Questa distinzione è stata sancita con chiarezza da una storica sentenza della Corte di Cassazione del 18 novembre 1978, che ha differenziato nettamente il topless dal nudo integrale, ritenendo quest’ultimo più suscettibile di violare la pubblica decenza.
In precedenza, infatti, esporsi in topless poteva comportare sanzioni amministrative fino a 206 euro, ai sensi dell’articolo 726 del Codice penale che punisce chi compie atti contrari alla pubblica decenza. Tuttavia, con il mutare dei costumi sociali e la giurisprudenza più moderna, questa interpretazione si è evoluta, riconoscendo la liceità della semi-nudità purché non si configuri come atto a carattere sessuale o provocatorio.
Il topless al mare, dunque, non può essere sanzionato se non è accompagnato da atteggiamenti che abbiano connotazioni erotiche o che possano turbare emotivamente chi osserva, come stabilito dalla sentenza n. 37395/2004 della Corte di Cassazione.
Differenza tra topless e nudo integrale: le norme e le consuetudini
Se il topless è generalmente tollerato, il discorso cambia radicalmente per il nudo integrale. In Italia, il nudismo è consentito esclusivamente nelle aree di spiaggia appositamente riservate o riconosciute come spiagge per nudisti o naturisti. La legge non vieta esplicitamente il nudismo, ma la giurisprudenza ha chiarito che la nudità totale è ammessa solo laddove sia una consuetudine consolidata nella comunità balneare.
La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 95/2022, ha inoltre ridotto l’entità delle multe comminate ai bagnanti sorpresi a praticare il nudismo, definendo tale comportamento un “disvalore limitato”. Tuttavia, in assenza di una specifica area dedicata o consuetudine collettiva, la nudità totale in spiaggia può ancora essere sanzionata con multe amministrative e, in casi estremi, con denunce per atti osceni in luogo pubblico.
Al contrario, il topless è ammesso anche nelle spiagge libere e non necessita di un’area riservata, salvo eventuali divieti specifici imposti dagli stabilimenti balneari, i quali devono però motivare e rendere ben visibili tali restrizioni.

È importante sottolineare che, pur essendo legale il topless, questo non deve mai sfociare in comportamenti sessuali espliciti o provocatori. Il reato di “atti osceni in luogo pubblico”, depenalizzato nel 2016 e ora punito con sanzioni amministrative pecuniarie fino a 30.000 euro, si applica quando tali comportamenti sono tali da “offendere il pudore” o turbare i minori presenti.
La giurisprudenza italiana interpreta come atti osceni esclusivamente quei comportamenti con una chiara connotazione erotica e sessuale, o che mirano a suscitare turbamento o disagio nell’osservatore. Quindi, il semplice prendere il sole in topless non può essere considerato atto osceno, a meno che non sia accompagnato da atteggiamenti di natura sessuale.
Inoltre, il topless è vietato in contesti come il proprio balcone se visibile al pubblico, o camminando per le vie cittadine in costume da bagno o biancheria intima, poiché in tali situazioni si potrebbe incorrere in sanzioni per violazione della pubblica decenza.
Il contesto europeo e le differenze culturali
In altri Paesi europei come Grecia, Germania e Spagna, il topless è ampiamente accettato senza suscitare scandalo e senza restrizioni normative particolari. In Italia, invece, sebbene non sia vietato, la pratica incontra ancora qualche resistenza culturale e sociale, con una percezione più conservatrice del pudore.
La Grecia, ad esempio, è nota per la sua tradizione di spiagge dove il topless e il nudismo sono parte integrante dell’esperienza balneare, grazie anche a una cultura più rilassata in materia di abbigliamento e costumi da bagno.