9 Maggio 1966 The Doors al Whisky a Go-Gò per la prima volta

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The Doors| © Central Press/Getty Images

Dalla storia alla leggenda. Siamo negli anni ’60 del secolo scorso, California, e sulla sponda ovest americana quella cioè che affaccia sull’oceano Pacifico comincia un rivoluzione che sarebbe diventata poi un movimento culturale destinato ad espandersi in tutto il mondo occidentale. Breve ma intenso, conciso ma efficace. L’elezione a Presidente degli Stati Uniti d’America per John Fiztgerald Kennedy nel 1961, la costruzione in Europa del Muro di Berlino da parte dei Sovietici sempre nel 1961, la morte di Marilyn Monroe a Los Angeles nel 1962, la marcia pacifica verso la contea di Washington del 1963 ad opera di Martin Luther King, il seguente assassinio di Kennedy a Dallas nel 1963, la genesi della guerra in Vietnam nel 1965, l’uccisione di Malcom X e l’arresto di Luther King sempre nel 1965, l’uccisione di Che Guevara nel 1967, l’esplosione del fenomeno hippie negli Stati Uniti e la contestazione studentesca in Europa nel famoso “Maggio Francese” del 1968. E in tutto questo contesto nasce un gruppo, dall’incontro tra Ray Manzarek e Jim Morrison due studenti della UCLA a Los Angeles avvenuto a Venice Beach ed insieme decidono di fondare un gruppo che passerà alla storia con il nome The Doors, ispirato ad una poesia di William Blake.

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The Doors| © Central Press/Getty Images

“Se le porte della percezione fossero purificate, ogni cosa apparirebbe all’uomo così come: infinita!” così citava la poesia di Blake, dalla quale Morrison estrasse il concetto delle “porte della percezione”. Nascono così nel 1965 The Doors. Ma a parte la leggenda circa la figura dello sciamano che ha interessato Jim Morrison, la band è stata al centro di quella che sarebbe diventata poi la rivoluzione dei “figli dei fiori” scoppiata pochi anni più tardi, quando gruppi di giovani studenti pacifisti cominciarono a ribellarsi contro la guerra del Vietnam e inneggiavano un ritorno alle origini, un richiamo alla terra, la voglia di entrare in contatto con il centro del mondo. E così manifestazioni, marce pacifiche, massiccie dosi di acidi (in quegli anni l’uso ed abuso di sostanze come LSD erano all’ordine del giorno) e la voglia di costruire un mondo nuovo, basato su nuovi presupposti. E poi la musica dei The Doors. Che aveva una peculiarità: l’assenza di un bassista nella band, lasciava il compito al batterista John Densmore di delineare la struttura dei pezzi, lasciando così campo libero al chitarrista Robby Krieger di utilizzare scale ed accordi a proprio piacimento, il tutto incorniciato dalla psichedelia dell’organo suonato da Ray Manzarek e dalla presenza scenica di Jim Morrison. Le loro musiche saranno suonate in tutti gli impianti ed ascoltate da tutti i giovani ribelli che avanzavano verso una nuova frontiera. Ma tutto questo aspettava solo di essere conosciuto ed apprezzato da un pubblico più vasto.

Whisky a Go Go
9 Maggio 1966 la prima volta dei The Doors al Whisky a Go-Go

The Doors cominciarono a suonare in un locale della Sunset Boulevard in California, il “London Fog”, di sicuro meno rinomato del vicino Whisky a Go-Gò. Ma il gruppo suona, propone le prime composizioni (tra cui la celebre “Light My Fire”), ed una sera fece loro visita l’impresaria del Whisky a Go-Gò che rimase affascinata da Jim Morrison. Le movenze, la teatralità, la poesia delle canzoni. E convinse così il suo capo ad assumere The Doors come gruppo resident del Whisky a Go-Gò. Il 9 Maggio 1966 comincia l’avventura della band in uno dei locali più ambiti e rinomati della California ed in poco tempo aprono i concerti dei Thurtles, dei Buffalo Springfield e di Van Morrison e la voce si comincia a spargere in tutta la città: il cantante è quello che sortisce maggior stupore.  L’avventura però è destinata a durare poco: Jac Holzman, talent scout della Elektra Records viene invitato da Arthur Lee dei Love ad assistere ad un concerto dei Doors, ma all’inizio non rimane particolarmente stupito. Anzi, da buon impresario, rimane incerto circa il potenziale commericale della band per gli schemi inusuali della loro musica: ballate a volte brevi e concise, altre volte arricchite da lunghi assoli psichedelici dell’organo suonato da Manzarek. E decide così di tornare ad assistere ad una performance del gruppo nell’agosto del 1966 e ne rimase impressionato a tal punto che chiese al gruppo di firmare (in collaborazione con Paul A. Rothchild produttore dell’Eletktra) un contratto di tre album con la casa discografica. Ma di li a poco, durante una serata, un evento in particolare convinse gruppo impresario e produttore a firmare il contratto, dopo cioè che The Doors furono banditi a vita dal Whisky a Go-Gò. Il 21 Agosto del 1966, due mesi e mezzo dopo la loro prima apparizione in quel locale, Jim Morrison non si presentò alla serata. Andarono a cercarlo in un motel in cui alloggiava e lo trovarono imbottito di LSD. Sillabava, a malapena si reggeva in piedi ma riuscirono comunque a portarlo sul palco dove egli stesso chiese al gruppo di suonare una della canzoni più celebri del loro repertorio: “The End”. Nel bel mezzo della canzone, quasi come se fosse in trans, Morrison inserì un passaggio edipico con spiccato riferimento all’uccisione del padre e la voglia di fare sesso con la madre. Furono sbattuti immediatamente fuori dal locale, ma da quella sera cominciò a prendere piede una rivoluzione che sarà destinata a segnare non solo il movimento dei figli dei fiori (meglio conosciuti come hippie) ma anche i movimenti studenteschi europei. Tutto sotto un nome: The Doors.

The Doors – The End

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