X Factor 7, intervista alla Superband Rock di Poggipollini e Carnevale

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Superband X Factor 7 ©Matteo Gosi

In occasione dell’MTV Day 2006 Sergio Carnevale (nato come batterista dei Bluvertigo) e il chitarrista di Litfiba e Ligabue Federico Poggipollini, con l’aiuto di Luca De Gennaro decidono di mettere su per gioco una Superband rock, ma non di quelle che sfornano dischi, di quelle che si esibiscono con pezzi degli altri. In questo caso i pezzi degli altri vengono chiamati cover, ma nel caso loro si tratta di qualcosa di più che coinvolge Max Gazzè, Saturnino, Morgan e tanti altri protagonisti della scena musicale italiana. Nel tempo la formazione ha subito tanti cambiamenti,  intesi più come evoluzione, ed è arrivata al 2013 con Sergio Carnevale, Fede Poggipollini, Marco Castellani e il tastierista Megahertz, sbarcando direttamente a X Factor 7. Cosa ci fanno i membri di una Superband Rock a X Factor?

Ciao Sergio, tu sei passato dal lato alternativo della musica italiana ad un’apertura pop, sbarcando infine ad esperienze come music designer e protagonista della Superband Rock, come hai dovuto adeguare il tuo atteggiamento
musicale rispetto a questo cambiamento?
Io provengo dai Bluvertigo che avevano un’anima pop, ma eravamo anche una realtà strana perché toccavamo un po’ tutte gli aspetti della musica: in definitiva eravamo un po’ alternativi ma non fino in fondo. Nell’andare avanti sono passato al discorso con Morgan solista, con l’album Amen dei Baustelle che in realtà è già pop e con Max Gazzè e Pezzali. Alla fine nonostante vari passaggi quello che si è si rimane, l’anima è sempre quella, il modo di suonare è sempre quello. Io sono un batterista e sono sempre uguale, il mio stile non cambia, ma mi trovo solo in un contesto differente, ed è sempre bello potersi evolvere come in realtà la musica si evolve. Dai Bluvertigo a Morgan avevo già subito un grande cambiamento con il passaggio da uno stile 80’s ad uno 60’s con tanto di archi in accompagnamento. Ci sono cose che ti fanno crescere dal punto di vista musicale perché ci sono cambiamenti, e tutto ciò è davvero entusiasmante.

Quest’anno con la Superband rock sbarcate all’interno di un talent show come X Factor, definito da alcuni unico programma in grado di essere imparziale e veritiero. I talenti provenienti da questo tipo di reality vengono condotti su una scorciatoia musicale: in quanto musicista tu credi sia giusto mettere a segno iniziative del genere o la cara e vecchia gavetta è sempre la giusta scelta?

Io non vengo da quel tipo di realtà, X Factor non mi rappresenta e non l’ho mai seguito. Mi è capitato di accompagnare Morgan a qualche provino durante la prima edizione, ma poi non sono un attento spettatore. Trovo giusto che in tv ci sia uno spazio in più dedicato alla musica, dunque sono contento in qualsiasi modo si parli di musica. X Factor è un po’ come un nuovo Sanremo, è un qualcosa dove questi giovani artisti cantano e si esibiscono, sono un po’ impacchettati in questo genere di prodotto televisivo. Quest’anno però sembra si siano accorti che devono donare un po’ di spessore a questo tipo di trasmissione: noi abbiamo partecipato agli Home Visit e posso dire che il livello è molto alto, perché ci sono quattro/cinque elementi davvero molto forti e interessanti. Ovvio che poi non tutti ne escono fuori vincenti, è una scorciatoia ma devi anche essere capace di proporti: prima lo paragonavo a Sanremo proprio per questo motivo, quanti vincitori sono poi finiti nel dimenticatoio? Quindi la questione della scorciatoia è vera fino ad un certo punto. Io lo consiglio perché è un buon trampolino di lancio, forse l’unico: MTV sta sparendo e di musica si parla sempre meno. Io sono partito dal nulla, ed è stato difficile anche per me e anche per una band come la nostra all’epoca.

Una grande novità per X Factor promuovere un genere quasi sparito dai talent show, come agirà la Superband in un contesto tutto nuovo per il vostro genere musicale?
La nostra band nasce da un’idea mia e di Luca De Gennaro nel 2006 in occasione di un MTV Day. Quella è stata la prima operazione e da lì è partito tutto. Per noi è stato un divertimento e un’occasione per incontrarci, perché poi di luoghi musicali dove vedersi non ce ne sono tanti. Quindi ci siamo inventati questa cosa senza prenderla sul serio: noi siamo amici e andiamo per cover e va al di là delle nostre vite e della nostra professione. Il fulcro della Superband siamo rimasti io e Fede, è cambiato tutto negli anni e continuerà ad evolversi perché è una band che si può evolvere.
L’anno scorso con il jack on tour facevamo cover che rappresentavano il nostro passato ed era il nostro gioco. Era il gioco ed è il gioco della Superband questo. Quest’anno abbiamo fatto da backing band per i talenti di X Factor, e noi suonavamo pezzi scelti da loro. Non saremo presenti sempre alle selezioni come backing band, forse saremo qualche volta tra i giudici e si sta parlando di una puntata dove accompagneremo i ragazzi verso la finale. Qualitativamente le cose si sono alzate molto in quest’edizione, tutto dipende dalla maturità dei ragazzi all’inizio del loro percorso artistico.

 

Superband X Factor 7 ©Matteo Gosi
Superband X Factor 7 ©Matteo Gosi

 

Ciao Fede, essere membro di una superband è come avere una seconda occasione per esprimere le proprie preferenze musicali. Non avete mai considerato questo ruolo un’alternativa alla vostra già consolidata fama in gruppi di successo, ma come riuscite a mettere insieme le vostre idee rispetto alle differenti estrazioni musicali dalle quali provenite? Il rock è il filrouge della vostra produzione e delle vostre esibizioni, pensate in Italia ci sia ancora un posto per questo genere nonostante una scena internazionale incalzante?

Una persona normale può vedere vari elementi fare varie cose, il punto comune che noi abbiamo è una grande cultura musicale, e al di là del genere noi ci ritroviamo sul fatto che quando la musica è bella musica non si discute. Tutto nasce nel 2006 da lì c’è stata una continua evoluzione con Saturnino, un membro dei Negramaro e per questa cosa di X Factor si è unito a noi il bassista de Le Vibrazioni, un musicista eclettico. Ci siamo subito trovati, ci confrontiamo continuamente e ci troviamo benissimo e ognuno di noi mette il proprio stile in questa cosa, ed è questo il nostro punto in comune. Non c’è alcuna costruzione o sforzo, è tutto molto naturale. Io adoro l’indierock e ascolto tutto dalla musica italiana a quella internazionale, e la Superband durante il jack on tour ha appoggiato la scena indie italiana con Afterhours e Marlene Kuntz. Quando il rock è fatto con entusiasmo e c’è la voglia di dare informazione regali il tuo background, regali conoscenza con la musica.

L’introduzione di una Superband Rock a X Factor è un grande traguardo per i talenti che vi partecipano con la speranza di coltivare un genere musicale differente. Le edizioni passate di X Factor hanno messo in mostra talenti eccezionali legati in qualche modo a questo genere, (Prendi un’esibizione eccesionale di Mengoni in Back in Black e la Michelin con Whole Lotta Love) ma puntualmente all’uscita dal programma, con conseguente contratto discografico tutti i buoni propositi vengono meno, lasciandoli andare in pasto alla solita musica pop da rotazione radiofonica. Dove viene commesso l’errore?

L’errore è forse quello di cercare di fare la musica per forza che sia funzionale. La musica la fai perché ti torna qualcosa in casi come questi. La musica è una cosa che fa parte di te, e viene fuori in modo pulito, non si può raccontare una bugia con la musica perché arriva sottopelle, e può essere spinta in modo esagerato quanto vuoi, ma le vere canzoni quando hanno un’urgenza nella fase compositiva ti regalano soddisfazioni irraggiungibili. Io ho notato che nei Talent i talenti non sono ancora maturi e non hanno ben chiaro il loro gusto in materia musicale, un po’ come la Michelin che si è presentata come cantante rock, ma poi successivamente ha trovato la sua dimensione altrove, questo è successo perché probabilmente non aveva chiaro il suo pensiero a monte.

Sarete parte degli homevisit o parteciperete anche alla trasmissione live in onda su Sky Uno? Beh insomma sarete una piccola e piacevole sorpresa o è solo l’inizio di un grande cambiamento all’interno del talent show più seguito d’Italia?
Noi saremo presenti anche durante la trasmissione: abbiamo fatto degli Home Visit davvero bellissimi e i talenti erano molto emozionati. Faremo probabilmente anche la puntata finale e quella prima. L’idea è partita da X Factor Inghilterra: l’intento è quello di portare una band che ha già esperienza in campo in modo da far approcciare i nuovi talenti all’esperienza di chi in musica ci lavora. Così chi uscirà fuori non solo avrà talento, ma sarà capace di stare sul palco con dei musicisti veri.

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