Com'è l'acqua che esce dai nostri rubinetti - www.melodicamente.com
L’acqua è una delle componenti essenziali del nostro organismo: dovremmo berne almeno due litri al giorno, ma non sempre ci riusciamo.
C’è, però, un qualcosa che, spesso, ci fa desistere più di tutto: il non fidarci dell’acqua che esce dai rubinetti di casa. Per una ragione o per un’altra, pensiamo che non sia potabile del tutto e, per questo motivo, ci affolliamo e affrettiamo ad andare ad acquistare cassette su cassette d’acqua, spendendo anche molto.
Ma siamo sicuri che la nostra convinzione sia esatta? Davvero l’acqua dei rubinetti di casa nostra non è potabile? Cerchiamo di capire insieme.
Acqua potabile: in Italia c’è ma è poca
Quando pensiamo all’acqua che esce dai rubinetti di casa nostra, pensiamo a qualcosa che non sempre è controllato del tutto e che può, anche, far male al nostro organismo se bevuta. Certo, la utilizziamo per tutte le faccende domestiche e, anche, in parte per cucinare…e poi alla fine non la beviamo, ma ci accontentiamo di andare ad acquistare cassette su cassette di acqua, in confezioni di plastica o di vetro.
La spesa diventa così esorbitante ed eccessiva. Ma siamo sicuri che la nostra convinzione è esatta? Partiamo dal presupposto che l’Italia è il Paese che preleva più acqua dolce in tutta l’Unione Europea, ma è allo stesso tempo, uno dei meno efficienti nella sua distribuzione. Un documento dimostra come il nostro paese sia uno dei più deboli proprio per quel che riguarda i controlli sull’acqua.
Il Goal 6, dedicato all’“acqua pulita e servizi igienico-sanitari” (presente nel Rapporto Istat sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) è tra gli obiettivi che in Italia mostrano i progressi più deboli. Se osserviamo quanto, anche singolarmente, preleviamo di acqua dalle nostre tubature, notiamo che ogni cittadino italiano chiede alla natura 155 metri cubi d’acqua l’anno solo per bere, lavarsi, cucinare e pulire.
Cosa manca al nostro paese?
La domanda sorge spontanea: com’è l’acqua che esce dai rubinetti che abbiamo in casa? È sempre potabile oppure no?

L’Italia non ha ancora stabilito limiti vincolanti per la concentrazione di PFAS (composti chimici artificiali usati da decenni per realizzare prodotti resistenti all’acqua) nell’acqua potabile. La direttiva europea 2020/2184, che entrerà in vigore nel gennaio 2026, fissa un tetto massimo di 100 nanogrammi per litro.
Dal canto suo però, c’è Greenpeace che sta portando avanti una lodevole battaglia ed è quella che porta all’introduzione urgente di limiti più severi, una rete di controlli frequenti e pubblici, e soprattutto l’eliminazione graduale dell’uso industriale di PFAS. Al momento, l’Italia resta indietro su un tema che riguarda la salute pubblica, la qualità dell’acqua e la fiducia nelle istituzioni.
