Luigi Tenco, il ricordo di un artista controcorrente

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Luigi Tenco

Oggi, domenica 27 gennaio, ricorre l’anniversario della scomparsa di Luigi Tenco, morto suicida a Sanremo il 27 gennaio del 1967. In questi giorni si fa un gran parlare del prossimo Festival di Sanremo e oggi non si può non ricordare un’artista la cui vita è strettamente legata alla celebre manifestazione canora. Il suicidio dell’artista, morto non ancora trentenne, infatti avvenne in un albergo di della cittrà dei fiori proprio durante l’edizione del 1967 del Festival della canzone italiana.

Proprio in quell’anno Tenco si presentò al Festival di Sanremo con la canzone “Ciao amore ciao” cantata insieme a Dalida, la cantante italo-francese con cui ebbe una tormentata relazione d’amore. Il brano di Tenco non venne apprezzato dal pubblico e non fu ammesso alla serata finale del Festival, classificandosi al dodicesimo posto nel voto popolare, e il verdetto turbò talmente  tanto l’artista da indurlo a compiere un gesto estremo. Nella camera d’albergo dell’Hotel Savoy dove venne scoperto il corpo di Tenco fu ritrovato anche un biglietto scritto di suo pugno, poche frasi in cui l’artista esprimeva tutta la sua amarezza:

Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda “Io tu e le rose” in finale e ad una commissione che seleziona “La rivoluzione”. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi“.

Luigi Tenco
Luigi Tenco

Tenco è stato un’artista che ha segnato profondamente la storia della musica italiana, un uomo dalla personalità fragile e controversa.  Il suo primo incontro con la musica avvenne nel 1953, anno in cui fondò un gruppo musicale, la Jelly Roll Boys Jazz band, che proponeva brani di Nat King Cole e Kid Ory. Nel 1959 si trasferì a Milano e qui cominciò la sua ascesa musicale e la sua vita accanto ad altri grandi artisti come  Piero Ciampi, Gino Paoli, Sergio Endrigo e Bruno Lauzi. Nel 1961 uscì il suo primo 45 giri “I miei giorni perduti” e da lì fu un susseguirsi di brani diventati celebri come “Lontano lontano”, “Uno di questi giorni ti sposerò”, “E se ci diranno” e “Ognuno è libero”. Nel corso degli anni ’60 però una serie di canzoni come “Cara maestra”, “Io sì” e “Una brava ragazza” furono respinte dalla Commissione per la censura e Tenco fu allontanato dalle trasmissioni RAI per alcuni anni. Oggi la musica ricorda il cantautore e non dimentica la sua musica e la sua sensibilità, nel 1972 Amilcare Rambaldi a Sanremo ha costituito il Club Tenco e dal 1974, in suo onore, viene conferito il Premio Tenco ai giovani cantautori.

9 COMMENTS

  1. Continuate con il solito mantra:Tenco NON si è ucciso ma E’ stato ucciso. Inoltre,quella con Dalida non è stata una tormentata storia d’amore.

  2. Credo si tratta di un pezzo retorico con molte imprecisioni… sembra sia stato scritto solo alcuni giorni dopo la morte dell’artista (frutto di un taglia e incolla). Non tiene conto di tutto quello che è emerso in questi 46 anni… Se voleva essere un tributo al GRANDISSIMO Luigi Tenco, non credo siua riuscito troppo benne…

  3. credo che retorico sia fare riferimento a questioni gia’ ampiamente discusse e indagate…in 46 anni si e’ speculato anche troppo per cui si voleva solo e semplicemente ricordare un grande artista in modo discreto e senza tirare in ballo tesi e controtesi e questioni morbose e ammorbanti..

    • L’italiano ha la semplicità della matematica, per chi lo sa parlare s’intende. Ricercare la verità non è assolutamente retorico e non è una questione né morbosa né ammorbante. Mi avvedo piuttosto che vale85 ha scarsa dimestichezza con la nostra lingua giacché asserisce che “in 46 anni si è speculato anche troppo”; la speculazione filosofica è infatti una ricerca, ma lei usa il termine in modo improprio. Aldo Colonna.

    • Capito,Balans? Tu lavori una vita,assoldi fior fiori di medici legali,di periti balistici,sei arrivato ad una conclusione terrificante e poi spunta un apprendista stregone che ti dice che questo tipo di atteggiamento è ammorbante…oh,intendiamoci bene,te lo viene a dire una persona che oggi ha 28 anni,carica d’esperienza…e ti da sulla voce perché hai ritenuto il suo pezzo retorico.
      Chiaramente è una persona lontana anni luce da Gigi ma tant’è! Aldo Colonna.

  4. Non sono la biografa di Luigi Tenco nè questo è un sito dove si vuol far luce sui misteri d’Italia. Volevo solo scrivere un pezzo su Luigi Tenco sempilcemente per ricordarne la figura senza troppe polemiche ma evidentemente altre persone sono le uniche che hanno qualifiche, esperienza e competenze per parlarne. La prossima volta mi occuperò del nuovo smalto di Rihanna.
    Vale85

  5. Io trovo lodevole che una “persona che oggi ha 28 anni” si interessi a Tenco e alla sua musica e abbia voglia di rendergli omaggio

    • Cara Vittoria Borgese, è sicuramente encomiabile che una giovane donna si interessi a Tenco. E’ la prova della consistenza artistica e culturale di Gigi. Mi è unanimemente riconosciuto nel mondo in cui opero -e,vale a dire,quello giornalistico- la serietà e l’affidabilità nel reperire le fonti e non scrivere mai nulla che non sia stato preventivamente verificato. Della serie: so sempre di che scrivo. In tantissimi anni -e me ne vanto- non ho mai ricevuto una querela al contrario sono stato minacciato di morte proprio per il mio interesse al caso Tenco. E allora,amici,non scrivete mai cose di cui non avete chiara la fonte. A te Valentina -sono stato forse un po’ troppo duro,mi dispiace- manderò(sempre che tu lo voglia e che mi fornisca un indirizzo) il libro-bianco sull’omicidio di Tenco. Forse lo amerai ancor di più il giorno che scoprirai che voleva combattere contro lo schifo e non aveva alcuna intenzione di abbandonare la lotta. Appassionatamente, Aldo.

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