
Lavorare con il caldo si può? - www.melodicamente.com
Lavorare quando fa caldo, che sia esso in primavera o in estate, comporta molto spesso un affaticamento fisico quanto mentale.
Di certo non ci si può rifiutare di lavorare, specie se si è lavoratori autonomi perché, sappiamo bene che, specie quest’ultima categoria, solo se lavora guadagna. E allora che fare? Ci si può rifiutare di lavorare quando fa veramente troppo caldo?
A quanto pare questo è possibile e senza perdere nemmeno la retribuzione. Vediamo insieme in cosa consiste e come è possibile attuare tutto ciò.
Lavorare con il caldo? No grazie
Quando il caldo inizia a farsi sentire è davvero difficile concentrarsi e lavorare, specie se si è chiusi in un ufficio dietro una scrivania. Davanti ad un pc, poi, la situazione si complica come lo è anche per chi è in una fabbrica a lavorare con le macchine industriali. Allora cosa si può fare? Ci si può davvero rifiutare di lavorare quando fa caldo? Il clima sta cambiando e il nostro paese non ha più solo 3 mesi per la stagione calda, ma ne sono molti di più.
Sappiamo anche che non possiamo assentarci troppo dal lavoro perché, dall’altro lato, ne vale la nostra dignità quanto anche la nostra retribuzione. Ma è comunque possibile assentarsi quando fa caldo, vediamo insieme come e in che modo. È riconosciuto dal Ministero della Salute che temperature più elevate, per periodi di tempo prolungati, concorrano ad aumentare il rischio di incidenti dovuti ad affaticamento, mancanza di concentrazione, scarsa capacità decisionale e altri fattori.
Ecco cosa comporta
L’esposizione dei lavoratori ai rischi per la salute e la sicurezza si presenta particolarmente elevata nelle giornate in cui si registra un elevato tasso di umidità. Cosa si può fare in questi casi?

Lo stress da calore è un rischio significativo per i lavoratori che svolgono un intenso lavoro fisico all’aperto, con esposizione diretta alla luce solare, ma anche nei luoghi di lavoro al chiuso, dove non sia possibile coniugare la produzione con un sistema di ventilazione, il rischio di lesioni può aumentare durante le ondate di caldo.
Ai datori di lavoro è dato il compito quanto il dovere di effettuare una valutazione dei rischi sul luogo di lavoro e di stabilire misure preventive per proteggere i lavoratori da qualsiasi rischio, caldo compreso. Un esempio lo è dato dalla Regione Calabria che ha emesso un’ordinanza per tutelare i lavoratori esposti al caldo estremo: dal 10 giugno e fino al 31 agosto 2025, sarà vietato svolgere attività lavorativa all’aperto tra le 12:30 e le 16:00 nei settori agricolo, florovivaistico ed edile.
Dal punto di vista remunerativo, l’Inps ha stabilito che il ricorso al trattamento di integrazione salariale, con il termine “eventi meteo”, è invocabile dal datore di lavoro laddove le suddette temperature non risultino superiori a 35 gradi.