Per Paolo Conte “La musica è pagana”

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Paolo Conte| © Vittorio Zunino Celotto/Getty Images

I fan di Paolo Conte sparsi per tutto il mondo potranno esultare: ad un anno dal suo ultimo album di inediti “Nelson” l’avvocato di Asti torna con un nuovo disco, “Gong-ho”, una raccolta di 19 tra tutti i suoi grandi successi con un inedito, “La musica è pagana”. E per presentare questo suo ultimo “figlio” musicale il musicista italiano è in giro per tutta Europa dove sta mietendo successi nei più prestigiosi teatri, soprattutto in Francia, dove lo considerano quasi di casa, al pari di un altro grande figlio della musica italiana d’autore come Gianmaria Testa. Dopo 40 anni di onorato servizio Paolo Conte si conferma una delle voci più ispirate e caratteristiche della musica italiana, capace di non far pesare il suo approccio “classico” (“La parola ‘classico’ e’ una bella parola. Da’ l’idea di sfidare il tempo“, come afferma lui stesso) in un mondo così musicalmente tecnologico ma anzi esprimendo la leggerezza della musica tramite le note del suo fido pianoforte, e questa raccolta serve anche come “bilancio” della sua carriera, senza escludere la possibilità di un nuovo disco di inediti a breve.

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Paolo Conte| © Vittorio Zunino Celotto/Getty Images
Il titolo della raccolta è stato scelto dallo stesso Conte che lo spiega così: “E’ in nome (onomatopeico – Gong) che ho dato allo spirito del ritmo e del gioco, protagonista della canzone. E’ un’essenza (costruita) che attrae i nostri sensi. Magari è anche puro spirito, ma di questo è difficile parlare. Persino Dante nel Paradiso ha fatto fatica”. Il singolo inedito del disco inedito lo è davvero, dato che si avverte al suo interno una matrice elettronica inconsueta per Conte, che ha così voluto celebrare la paganità della musica anche con il testo, leggendone alcune frasi come “A bagno nel latte d’asina qualche lontana zia… mugola… musica… Sta pagando l’indigeno sull’acqua verde va zufola… musica…” oppure “Com’è pagana la musica l’arcuata danza sua… Pegaso… naviga… Come una donna che scivola tra i complimenti… e via”. Nostalgico dei dischi a 78 giri ma senza disdegnare le nuove tecnologie, non-conoscitore dei talent-show televisivi, amante dei paesi stranieri ma innamorato dell’Italia convinto che sotto sotto ci invidino, inseguitore di musica tra i temporali… questo è Paolo Conte, che in questo “best of” ha raccolto brani famosi e meno famosi (“La scelta dei brani mi piace, anche se un repertorio vasto come il mio comporta rinunce“), brani come “L’orchestrina“, “Sotto le stelle del jazz”, “Alle prese con una verde Milonga“, “Novecento“, “Gli Impermeabili”, “Cosa sai di me?“, “Un vecchio errore”, “Una faccia in prestito”, “Happy Feet“, per terminare con una versione della sua celeberrima “Via con me” in un nuovo arrangiamento fatto ad hoc. Una sorta di viaggio nel tempo nella carriera di un artista ancora innamorato del jazz alla Baker e alla Armstrong e dei “crooner” come Hoagy Carmichael, un artista capace di appassionare il pubblico di tutto il mondo come pochi, pubblico che per lui è lo stesso ovunque (“Il mio pubblico si somiglia ovunque, anche al di la’ delle barriere linguistiche. Mi piace, si’, l’Olympia, ma anche l’Auditorium di Berlino, il Carre’ di Amsterdam, il Filarmonico di Chicago, perche’ hanno perfette armonie acustiche“) , pubblico nello specifico di Amsterdam, Nantes, Parigi, Nizza e Barcellona per cui ha suonato ultimamente seguito ed accompagnato da un’orchestra di 10 elementi. Il Maestro, che tra i suoi prossimi progetti ha quello di una registrazione per lo spot televisivo del nuovo profumo dello stilista Valentino, dopo questo lungo viaggio nei paesi europei tornerà in patria per una seconda parte del suo tour, dove toccherà le città di Bari (il 17 e il 18 Febbraio al teatro Petruzzelli), Livorno (il 31 Marzo al Teatro Goldoni) e Bologna (il 23 Aprile al Teatro Europauditorium). Per chi volesse seguirlo, si accomodi, la verde Milonga è appena cominciata.

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