20 anni senza Freddie Mercury: il ricordo

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Freddie Mercury | © Dave Hogan/Getty Images

Esattamente 20 anni fa, il 24 Novembre 1991, veniva data una delle notizie che più ha sconvolto il mondo della musica negli ultimi anni: Freddie Mercury, frontman dei Queen, è morto. Era malato di AIDS, la morte è dovuta ad una broncopolmonite che si era sviluppata per colpa della deficienza immunitaria, conseguenza della malattia che aveva.

Personalità eccentrica che sul palco esplodeva in colori ed in una voce potente e coinvolgente, si contrapponeva alla timidezza ed al tono sommesso e pacato con cui si rivolgeva a coloro che lo avvicinavano.
Un artista unico, un genio che ha osato giocare con i generi musicali stardardizzati e mischiarli come sapiente croupier con mazzo di carte, si è svincolato dall’accademizzazione e dalla divisione netta degli stili per svilupparne uno proprio inconfondibile.

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Freddie Mercury | © Dave Hogan/Getty Images

Ha fatto la storia con la sua musica, Freddie Mercury ha ispirato e gettato le basi per ciò che oggi ascoltiamo nelle nostre case. Un mondo senza le canzoni scritte da lui non avrebbe senso ed oggi, se lui non vi fosse mai passato, non sarebbe così com’è. Sono passati 20 anni da quel giorno tremendo, il suo mito non è sbiadito nel tempo, ora è ancor più forte di prima. I giovani di oggi, quelli che hanno mancato di poco con la loro nascita l’esistenza di Freddie Mercury, lo amano ed apprezzano come i loro genitori hanno fatto trenta anni fa.

Ultimo esempio di ciò è la performance che i Queen hanno tenuto assieme ad Adam Lambert agli MTV EMA 2011 di Belfast dello scorso 6 Novembre. L’intera band è stata premiata col titolo di “World Icon” e l’esibizione è stata sia celebrazione di questo che tributo più che giusto a colui che i Queen li ha fondati ed abbandonati troppo presto.

Freddie Mercury e i Queen

Nato a Zanzibar, Mercury si trasferì in Inghilterra all’età di 18 anni, a seguito della rivoluzione che si verificò nel Paese natìo. Andò ad abitare vicino all’aeroporto di Heathrow, alle porte di Londra, e continuò a coltivare la passione per la musica nata negli anni precedenti.
Partecipa a molti gruppi alla fine degli anni ’60, ma è nel 1970 che assieme a Brian May e Roger Taylor dà vita ad una band, cui decisero di dare il nome Queen. Celebre la sua dichiarazione sulla scelta di questo particolare nome:

Anni fa ho pensato al nome Queen… È solo un nome, ma è molto regale e sembra splendido. È un nome forte, molto universale e immediato. Aveva un sacco di potenziale visivo ed era aperto ad ogni tipo di interpretazione. Ero certamente consapevole delle connotazioni gay, ma quello era solo uno dei suoi aspetti.

Cominciarono con i primi concerti, che più che live sembravano dei veri e propri spettacoli teatrali: Freddie Mercury e Brian May si vestivano di abiti appariscenti, si truccavano con make up pesanti, lanciavano fiori al pubblico.
Vengono pubblicati anche i primi album, che sono accolti molto bene dalla critica.
Da lì è un crescendo progressivo ed esponenziale di popolarità, dalla mente geniale di Freddie Mercury vengono partoriti album come “A Night At The Opera” e “A Day At The Races”, canzoni capolavoro del calibro di “Bohemian Rapsody”, “Somebody To Love”, “We Are The Champions”.

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Freddie Mercury e Brian May | © Dave Hogan/Getty Images

Agli inizi degli anni ’80 i Queen decisero di comune accordo di separarsi, ma spesso si ritrovarono per partecipare ad eventi e tour mondiali, come al “Live Aid” di Bob Geldof o al prestigioso “Rock In Rio”.
Nonostante il desiderio di Freddie Mercury di dar vita a progetti solisti, i suoi compagni non lo hanno mai abbandonato, sia dal punto di vista professionale che umano.
Insieme continuano a pubblicare album fino alla fine: l’ultimo registrato in studio è “Innuendo” del 1991, che condivide il nome con uno dei brani più intensi dei Queen.

La parentesi Solista

Nel 1982 la band decide di separarsi per un po’, ve lo abbiamo accennato, come abbiamo anche parlato dei progetti solisti che Freddie Mercury aveva in mente. Solo due album sono all’attivo della sua carriera solista: “Mr. Bad Guy” e “Barcelona”, rispettivamente del 1985 e 1988, ma molte raccolte sono state pubblicate a nome Freddie Mercury e tutte postume.
Anche da solo Mercury firma canzoni che sono diventate parte del nostro bagaglio culturale, come “Living On My Own” o “The Great Pretender”, cover del brano portato al successo dai Platters“Barcelona”, la canzone che ha dato il titolo al suo secondo album solista, è diventata l’inno ufficiale della XXV Edizione dei Giochi Olimpici, che si sono tenuti proprio a Barcellona nel 1992, quando ormai Freddie Mercury era morto.

La morte ed il ricordo

A tutti era nota l’omosessualità di Freddie Mercury, non l’ha mai nascosto, dimostrando un coraggio fuori dal comune: dobbiamo infatti ricordare che erano gli anni ’70-’80, i gay dichiarati erano spesso ghettizzati ed emarginati.
Quelli sono stati anche gli anni della diffusione della malattia dell’AIDS, di cui non si conosceva nemmeno l’origine, il virus dell’HIV che la provoca. L’incidenza di casi di AIDS era molto alta nella comunità omosessuale e tra i tossicodipendenti. Il bigottismo ed il pregiudizio hanno fatto il resto.

Freddie Mercury | © Dave Hogan/Getty ImagesDal 1987 Freddie Mercury decide di abbandonare la vita pubblica, sostenendo che un uomo di 40 anni non potesse più permettersi di cantare su un palco avvolto da tutine di stretch colorate. Cominciarono a diffondersi i sospetti che fosse malato di AIDS e le voci si fecero sempre più forti dopo la morte di Nikolai Grishanovich, un ex compagno di Mercury, a causa proprio di questa sindrome.

Inizialmente i Queen emisero un comunicato stampa in cui smentivano la malattia, ma Freddie appariva sempre più debilitato e sofferente durante le registrazioni di “Innuendo”.
Il 22 Novembre 1991, appena due giorni prima della morte, Freddie Mercury scrisse un suo comunicato stampa, che venne diffuso il giorno seguente ed in cui confermava la propria malattia e la propria intenzione di combattarla, chiedendo supporto non solo al suo pubblico ma all’intero mondo. Non ne ha avuto il tempo, è morto dopo appena un giorno.

Da allora sono passati 20 anni ed il mondo della musica ha ricordato costantemente la grandezza di quest’uomo ed artista: concerti tributo, raccolte cd e dvd, speciali commemorazioni si sono distribuiti nel tempo fin dall’anno successivo alla sua morte.
Quasi tutti i cantanti e le band che hanno raggiunto la celebrità negli anni ’90 ed oggi hanno dichiarato di essersi ispirati a Freddie Mercury ed ai Queen. Personalmente non conosco una persona, una sola, anche la meno interessata alla musica, che non apprezzi ciò che 30 anni fa questo ragazzo magrolino e dai denti in avanti ha scritto seduto al proprio pianoforte.
La musica dei Queen è leggenda, i Queen sono leggenda, Freddie Mercury è un mito.

Non sono frasi di circostanza queste mie, ma profondamente sentite, anzi, vi confesso di fare molta fatica a scrivere questo amarcord e a filtrare le mie emozioni.
Sono una di quei tanti ragazzi nati quando Freddie Mercury è morto, ma che sono stati investiti dalla sua energia, dal suo carisma, dalla sua voce e dal suo talento.

Uno degli oggetti da cui non riesco a separarmi e a cui tengo tanto da essere disposta a sacrificare un dito, è il 45 giri di “The Great Pretender” originale del 1989. Lo tengo lì, lo guardo, non lo ascolto per non graffiarlo, vedo quell’uomo in completo elegante fotografato sulla copertina e penso alla fortuna di coloro che hanno avuto il tempo ed il modo di vivere quegli anni e di seguire giorno per giorno l’evoluzione dei Queen e di Freddie Mercury. E li invidio tanto.

La frase che si dice sempre in questi casi è che se ne vanno sempre i migliori e lui, Freddie Mercury, ne ha dato triste conferma 20 anni fa.
Il mondo in questa giornata del 24 Novembre 2011 lo piange ed io con lui, ma in sottofondo metto la sua musica, per me la più bella mai scritta.
Non ce’è modo migliore per ricordare uno come lui, anzi, per ricordare LUI: Freddie Mercury.

6 COMMENTS

  1. Sono qui seduto in camera mia e per tutti i Veri fan dei Queen e soprattutto di Mr BadGuy questa giornata triste e tanto attesa alla fine è arrivata .
    Come è arrivata se ne andrà anche e ritorneremo a consumare i nostri cd e dvd nella speranza di farlo rivivere almeno nei nostri sogni.
    Noto leggendo nel web che la stampa (soprattutto italiana)continua a privilegiare le indiscrezioni sulla sua vita privata e su quelli che erano i suoi gusti sotto le coperte.
    (Roba da ridere rispetto a ciò che ebbe il coraggio bugiardo di dire il giornalista Diego Cimara alla rai il 25/11/1991 fonte youtube).
    Mi rendo conto che ciò influì totalmente nel contrarre la malattia ed è giusto che si parli di Aids ma sinceramente continuo a pensare che il genio creativo,musicale ed interpretativo di questo INCREDIBILE UOMO ed ARTISTA venga sempre messo in secondo piano rispetto ad altre faccende.
    Di ciò me ne dispiaccio ma so che l’arte non è materia alla portata di tutti e so anche che chi mastica la musica non può non amare Freddie Mercury.

    Leggendo quest’articolo però,fra decine e decine che ho letto tutti più o meno figli uno dell’altro,noto una sensibilità diversa,un rispetto artistico che non è solo figlio di essere fan ma che è l’esatto ritratto di una persona che non solo ama i queen ma che è riuscita a capire la grandezza soprattutto umana prima che artistica di questo compianto uomo.
    E’ grazie alla gente come te che la stella di Freddie Mercury continua a splendere e lo farà per sempre !!!!!!!
    Ti ringrazio del bell’articolo , ciao

  2. Grazie a Miss Kay per quest’articolo. E’ scritto con il cuore, e riflette il pensiero di tutti.
    E grazie a Freddie per le emozioni che continua a darci.

  3. …e basta con questi stupidi ed inutili piagnistei su freddie mercury e la sua morte cazzo!..freddie mercury ha condotto una vita senza regole e depravata all’inverosimile, documentatevi su’ cosa succedeva durante i parti…fatemi il piacere che dava, quale fine puo’ fare chi conduce una vita del genere?…freddie mercury e’ stato un uomo fortunato in tutti i sensi come lui ha sostenuto in una sua celebre affermazione….”dalla vita ho avuto tutto,non mi preoccuperei se dovessi morire domani…”quanta gente muore o e’ morta di AIDS, PER COLPA di trasfusioni di sangue non controllate? …ma fatemi il piacere…e ne’ avrei ancora da dire…

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