Fuossera: “Sotto i riflettori”. La recensione

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Fuossera - "Sotto i riflettori" - Artwork

La scena hip-hop italiana, e soprattutto quella napoletana, continua ad essere viva e vitale e a sfornare nuovi talenti e gruppi degni di citazione. Gli ultimi, ma solo in ordine cronologico, sono i Fuossera, composti da ‘O Iank (Gianni De Lisa), Sir Fernandez (Pasquale Fernandez) e Pepp J One (Giuseppe Troilo), provenienti dalla Periferia Nord raccontata da Saviano e dai loro colleghi Co’ Sang o dagli A67.

Il loro secondo e nuovo disco, dal titolo “Sotto i riflettori“, co-prodotto da Poesia Cruda Dischi e Vesuvio Live Music, stampato da Full Heads e distribuito da AudioGlobe, riflette proprio questa realtà, questo sempre sentirsi sotto le luci della stampa, additati come esempio negativo quando invece esistono le possibilità per venire fuori dal fango e rinascere, anche se è maledettamente dura.

Già dalla prima traccia, “Tutti giù per terra“, i Fuossera cercano di rompere le gabbie napoletane che li “costringono” per tentare di respirare una aria più nazionale, utilizzando testi più in italiano ma senza abbandonare l’idioma napoletano che li ha contraddistinti. E dal secondo brano, “Alza la testa“, che vede la collaborazione di Enzo Padulano, troviamo testi più solari, testi che parlano di un sole che esiste nonostante i problemi quotidiani e di prospettive che basta solo avere il coraggio di guardare.

Con “Senza fine” invece si affronta il problema senza fine della emigrazione meridionale: la canzone è una delle migliori del disco ed è infatti stata scelta come singolo promozionale. Dopo l’intermezzo musicale “Endless theme” partono i tamburi potenti di “Ipocrisia“, brano che denuncia la politica italiana e la sua collusione con tutta la criminalità organizzata.

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Fuossera – “Sotto i riflettori” – Artwork

La sesta traccia, “Senza eroi“, vede la prima collaborazione eccellente, quella con i Co’Sang: un affresco crudo e nudo su come la realtà uccida tutti gli eroi positivi lasciando solo se stessi come persona sulla quale contare, una realtà che costringe gli artisti “Sotto i riflettori” e che dipinge in modo patinato tutto senza mai chiedersi cosa ci sia sotto la vernice dorata dello spettacolo e del successo, un successo che in fondo è “Tutto e niente“, costretti tra quello che si vorrebbe avere tra le mani e quello che in realtà si ha, in una vita in eterno ballottaggio tra desideri e amara realtà.

La nona traccia del disco vede il secondo featuring eccellente, quello dei Club Dogo, con la traccia “Attento al tuo vicino“, una canzone che parla dei miti e dei luoghi comuni che sono ormai propinati dai mass media e dalla televisione. La canzone successiva, “Nun chiagnere maje“, con la collaborazione di Akey, è la canzone più dolce del disco, una poesia in lingua napoletana sulla bellezza della donna e sulla sua importanza nella vita degli uomini.

Le ultime due canzoni, “Maleducazione” e “Biografite“, sono invece due spaccati: nella prima si estremizza la maleducazione delle nuove generazioni, mentre nella seconda si parla della vita, di come un ragazzo cresca in un quartiere difficile fino a diventare un uomo.

Il secondo lavoro dei Fuossera si distingue per un lavoro di maggiore respiro che darà loro sicuramente risalto sulla scena italiana, ma segna anche un certo impoverimento per quanto riguarda la scelta delle basi musicali: il voler dare importanza ai testi non significa dover diminuire l’importanza della musica, ma può essere fatto insieme. Peccato perchè alcune canzoni ne risentono in negativo quando avrebbero avuto secondo me maggiori fortune con una programmazione musicale differente. Conta il contenuto, ma anche il contenitore.

Voto: Dite la vostra!

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