Velvet: “La razionalità”. La recensione

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Velvet - "La razionalità" - Artwork

Molti di voi si ricorderanno di “Boyband“, brano tormentone del 2001 che portò al successo i Velvet, giovane band romana di brit-pop. Ebbene, i Velvet, dopo anni di un cammino musicale personale e intimo, sono tornati alla ribalta con un nuovo EP, “La razionalità“.

Pierluigi Ferrantini (voce e chitarra), Giancarlo Cornetta (batteria), Pierfrancesco Bazzoffi (basso) e Alessandro Sgreccia (chitarra) infatti da anni hanno intrapreso un percorso alternativo nella musica italiana. Sembra lontano il tempo di brani come “Funzioni Primarie”, “Dovevo Dirti Molte Cose” e “Normale“: la band romana ora ha aperto uno studio di registrazione ed una etichetta personale Cosecomuni , dove i Velvet producono band emergenti come i Viva Lion! e gli Astenia, sincronizzano brani in inglese su serie tv USA molto importanti come Desperate Housewives, Castle, Hellcats e realizzano le musiche per alcune aziende italiane ed internazionali.

A distanza di due anni dal loro “best of” “Le Cose Cambiano 2000-2010“, i Velvet tornano con un EP dal titolo “La razionalità” anticipato dal singolo omonimo accompagnato da un videoclip con alla regia Roberto Cinardi (in arte Saku) e con la partecipazione degli attori Giulia Bevilacqua, Maurizio D’Agostino e Piergiorgio Bellocchio.

L’EP, composto da cinque brani per quasi 21 minuti di ascolto, parte con il brano omonimo di cui abbiamo già parlato prima, e da subito ci troviamo di fronte ad un rock contaminato da elementi elettronici senza perdere però nulla in melodia. Il secondo pezzo, “Cento corpi“, è una lenta e romantica ballata di pop elettronico che parla di dolore, di perdita e di ricerca dell’altra persona che ricorda molto nello stile alcuni brani dei Subsonica: questo brano è stato scelto per la colonna sonora di “EXTRA“, film di Marco Pavone realizzato in animazione 3D.

Velvet - "La razionalità" - Artwork
Velvet – “La razionalità” – Artwork

A metà di questo disco troviamo “Evoluzione“, una canzone “politica” dove il rock elettronico serve solo da sottofondo ad una lunga serie di parole ispirate da frasi celebri e meno celebri di T. Guinam, T. Jefferson, R. De Fleurs, E. Flaiano, A. Cuissairdes, E. Petrolini, Aristotele, Napoleone, E. Biagi ed E. Fromm, frasi che parlano del conflitto tra la classe politica governante ed il popolo, una canzone paurosamente attuale nel contesto di oggi.

Il quarto brano è “Le case d’inverno“, la cover di un pezzo degli esordi di Luca Carboni, un pezzo dove si parla di incomprensioni tra padri e figli e di rapporti generazionali non perfetti e che i Velvet hanno deciso di rileggere alla loro maniera:  il disco finisce con “I’ve Dreamt About Your Love“, la versione originale di “Cento corpi” che era nata in inglese perché destinata alla sincronizzazione d’immagini per produzioni cinematografiche o televisive all’estero ma che ha convinto talmente tanto la band da farla diventare un nuovo brano a se stante del loro repertorio.

Velvet stanno già lavorando alla seconda parte di questo lavoro la cui uscita è prevista tra qualche mese e questo non può che fare piacere, dato che questo EP lascia con l’acquolina in bocca, vista la qualità del disco e la potenza evocativa dei brani. Quelli che una volta erano quattro ragazzini romani hanno davvero fatto tanta strada dagli esordi ed ora sono un gruppo adulto che parla con un linguaggio musicale maturo affrontando tematiche attuali senza allegorie pesanti o panegirici incomprensibili, ma attraverso parole semplici che colpiscono precise dove sono inviate. Aspetto con ansia questa seconda puntata.

 

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