“L’esercizio della gentilezza”, il nuovo disco di Yuri Beretta

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Yuri Beretta

Esce il 16 ottobre, distribuito dalla Venus, “L’esercizio della gentilezza“, nuova opera di Yuri Beretta, poeta, musicista ma soprattutto istrione milanese, dato che Yuri riesce ad essere anche cantante, attore e danzatore.

Questo è il quinto lavoro di Beretta, contando anche i dischi prodotti con la sua band, i Genialando Minimamente, ma è il secondo da solista, e nasce come un “esercizio di gentilezza” spontaneo, dove l’autore e i musicisti si mettono a completa disposizione delle canzoni e facendosi portare da esse.

Sentiamo le dichiarazioni dello stesso Beretta a riguardo:

Questo cd per mia scelta è stato registrato in gran parte in diretta, dal vivo (non totalmente perché ogni metodo è buono per un po’…), senza metronomo né strumenti ritmici. Quindi a volte è decisamente difficile capire chi segue chi, e gli strumenti si incagliano e ripartono su una giostrina rotta.

Il disco, a cui hanno partecipato Yuri Beretta (testi, musiche e voce), Massimo Ferrò (chitarre e varie), Silvano Cabin (tastiere e varie) e Lele Battista (mix e varie), è composto da dodici tracce che sono in realtà dodici storie che s’intrecciano per un racconto unico finale che cerca di coccolare, divertire, commuovere e abbracciare l’ascoltatore, amorevolmente, come dice lo stesso Yuri quando afferma che “l’esercizio della gentilezza riguarda la gentilezza, ma soprattutto l’esercizio, un atto di volontà dovuto e goduto, una tinta di sobrietà sul quadro talvolta cupo che componiamo“.

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Yuri Beretta

Un disco molto intenso e difficile da classificare dato che parte dal presupposto che la qualità dell’espressione sia una questione di spirito e che si basa più sui musicisti stessi che sugli strumenti suonati, lavorando con due chitarre e una tastiera e con il metodo delle sovraincisioni successive, per un risultato quantomeno imprevedibile.

Dalla campana tibetana di “Non scegliere” al suono del mare di “Adesso“, dal vento di “Da quando ci sei tu” alle stoviglie rotte di “La doppia metà“, dalla filastrocca di “I bambini mascherati” alla melodia quasi modugniana di “Cos’è“, questo disco è un’opera che merita attenzione e cura, per l’affetto e l’intensità con cui i musicisti hanno partecipato alla sua stesura, perchè, come dice Beretta, “se solo un briciolo di quell’intensità filtra attraverso le registrazioni, allora ha senso la sua esistenza“.

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