Lorenzo Baglioni: “Bella, Prof!”. La recensione

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Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo?“. Questa frase faceva bellissima mostra di sè nel Libro degli Errori, bellissimo libro dello scrittore per ragazzi Gianni Rodari. Ed è una frase che sintetizza a pieno, almeno a mio avviso, il filo conduttore che lega le dodici canzoni di “Bella, Prof!“, il debutto discografico di Lorenzo Baglioni per Sony Music.

L’ex professore toscano classe 1986, famoso su Youtube per le sue canzoni divertenti e per la sua abilità nel coniugare didattica e musica, arriva al suo album d’esordio dopo il boom di visualizzazioni del brano sanremese “Il Congiuntivo” che ha spopolato nella kermesse e sul web: grazie soprattutto alla sua ecletticità e alla sua bravura nel muoversi tra cantautorato e teatro-canzone, Baglioni (o “Baglio“, come lo chiamano gli amici) ha trovato il modo di far nascere un “pop didattico” in cui si trovano ironia, musica e materie scolastiche e che nasce come provocazione nei confronti della didattica classica, a volte troppo seria e lontana dal mondo degli alunni e dal loro linguaggio.

L’album è composto da dodici tracce dedicate ognuna ad una materia scolastica differente: il disco comincia con “Le leggi di Keplero“, brano pop scritto in collaborazione con l’Osservatorio di Arcetri e che parla dei moti dei pianeti insieme ai Supplenti Italiani, una boy-band nata per l’occasione e che ha avuto un notevole successo su Internet dal momento della sua pubblicazione. Il secondo brano, “El Corazon“, tratta l’argomento della anatomia e del sistema cardiovascolare con i ritimi latin di El Professor, l’alter ego latino creato da Baglioni. Poi viene “Il congiuntivo“, uno dei grandi drammi della grammatica italiana odierna, il brano portato a Sanremo insieme al gruppo a cappella più in voga del momento ovvero Gli Studenti per Caso.

Con “L’apostrofo” parliamo sempre di italiano ma in salsa dance insieme al Pedante, versione alternativa del rapper Pagante (interpretato da Damiano Sardi) : questa volta a finire sotto l’occhio attento di Baglioni sono i costanti errori che commettono in tanti con l’utilizzo dell’apostrofo come nel caso di “qual è”: subito dopo troviamo “Il piano inclinato“, pezzo che solo apparentemente parla di fisica ma che in realtà affronta il problema delle barriere architettoniche per i disabili parlando del DJ Jacopino che con la sua sedia a rotelle non riesce a raggiungere la consolle per colpa di uno scalino: il DJ non è altri che Jacopo Melio, giornalista e scrittore disabile che sensibilizza su questo tema specifico e che ha già lavorato con Baglioni in passato.

Logaritmi” sfrutta lo stile della trap e di rapper come la Dark Polo Gang per parlare di matematica e delle proprietà dei logaritmi, argomento sempre molto ostico per gli studenti, mentre “La perifrastica passiva” affronta la grammatica latino e il costrutto sintattico con la dance del Prof. Sinclair (a cui presta di nuovo la voce il cantante Damiano Sardi) che fa cantare le persone al grido di “carthago delenda est“.

La matematica torna con “Il teorema di Ruffini“, il video da cui è partita la carriera di Baglioni, una regola matematica odiatissima dagli studenti del liceo scientifico, raccontata in una maniera diversa grazie al rap del P.R.O.F, primo alter ego musicale di Baglioni: poco dopo tornano anche i Supplenti Italiani con “Il modello atomico“, brano che parla di chimica e della struttura degli atomi con un pop molto romantico e sensuale dei Supplenti Italiani che cita anche il Bosone di Higgs.

Contro i poteri forti della scienza arriva il punk dei Proffspring che con “La classificazione dei silicati” rivendica il ruolo della geologia nella didattica che la vede spesso come una scienza minore rispetto ad altre materie come matematica, fisica e chimica: il P.R.O.F. torna subito dopo questa volta per spiegare la chimica de “Le ossidoriduzioni” e le regole che servono a bilanciare queste reazioni che spesso sono il tormento di molti studenti. Il disco si chiude con la ballata d’amore “I principi della termodinamica“, dove i Supplenti Italiani raccontano di un qui pro quo molto poco romantico: due ragazzi si abbracciano e cercano di capire come sia possibile che i loro corpi si scaldino a vicenda, con lei che pensa sia dovuto a “un flusso d’amore” che ha letto sull’oroscopo e lui che invece tenta di spiegarle i principi della termodinamica.

Certo, “Bella, Prof!” una scommessa molto rischiosa un disco del genere in un momento e contesto attuale italiano che sembrerebbe remare contro questo tipo di scelta, ma il successo a Sanremo e sul web hanno convinto Lorenzo Baglioni a rischiare e devo dire che finora, a mio avviso, la scommessa è stata vinta. Perchè, come spiegava lo stesso Rodari già citato ad inizio articolo, “gli errori sono necessari, utili come il pane e spesso anche belli: per esempio la torre di Pisa”. E credo che un toscano che Baglioni non possa che essere d’accordo.

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