Nosound: “Afterthoughts”. La recensione

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Nosound - "Afterthoughts" - Artwork

I Nosound sono una band italiana di progressive rock nata nel 2002 dall’idea di Giancarlo Erra, musicista romano ormai da anni in Inghilterra, e che oggi, a distanza di più di otto anni dagli esordi di “Sol29” torna con un nuovo lavoro, “Afterthoughts“.

Il disco, nato già ai tempi del precedente “At the Pier“, mostra una band di valore assemblata (è proprio il caso di dirlo) attorno alla figura carismatica e unica di Erra, visionario della musica influenzato da band come Pink Floyd, Porcupine Tree e Genesis e diventata famosa nel corso degli anni suonando una musica a cavallo tra il progressive rock, il post rock e l’ambient, musica che l’ha portata a vincere nel 2008 e nel 2009 il premio come Best Recording Italian Progressive Music Awards.

Il nuovo disco “Afterthoughts” ci mostra un gruppo in piena salute e capace di voli pindarici musicali di tutto rispetto e viene da una pausa di 4 anni dopo “A sense of loss“, anni in cui Erra ha meditato, suonato e creato le nuove canzoni di questo album dopo un cambio radicale della line-up del gruppo (cambio che ha giovato al gruppo stesso) e dopo la firma del contratto con la celeberrima Kscope.

Nosound - "Afterthoughts" - Artwork
Nosound – “Afterthoughts” – Artwork

Afterthoughts” (le cui prime 500 copie sono state vendute con un’edizione speciale strumentale dell’album ed una sacca del gruppo) è composto da 9 brani e risente molto della presenza nella formazione del batterista Chris Maitland, ex membro dei Porcupine Tree, formazione di riferimento per i Nosound e che ora viene scavalcata dagli allievi stessi, almeno fuori dall’Italia, visto che da noi i Nosound sono pressoché sconosciuti. E questo è un vero peccato se non quasi uno scandalo, visto l’altissimo livello di questo lavoro con una musica profonda e di spessore, come mostrano i brani del disco, a partire dall’iniziale “In My Fears” per proseguire con “I Miss the Ground”, “Two Monkeys”, “The Anger Song”, “Encounter”, “She”, “Wherever You Are”, “Paralysed” per finire con la magica e suggestiva “Afterthought“, una perla di altissimo valore.

Ma giudicare solo una canzone è difficile, il disco è un piccolo gioiello, un viaggio nell’anima della musica che mostra come anche nel nostro Paese esistano produzioni di livello internazionale che meriterebbero maggiore attenzione e migliore fortuna. Un disco che vi consiglio di non perdere in nessun modo, un disco che attraverso il suo sound cupo e malinconico con improvvise schiarite dovute a suoni strumentali e di grande effetto, è come una giornata di autunno che viene rischiarata da un raggio di sole improvviso, come la sensazione che si prova quando nel cielo bianco di Dicembre si vede una piccola macchia di azzurro. Come una promessa di speranza.

Formazione:

Giancarlo Erra – voce, chitarra e tastiere
Paolo Vigliarolo – chitarra acustica
Alessandro Luci – basso e tastiere
Giulio Caneponi – batteria e percussioni
Marco Berni – tastiere e cori
Marianne DeChastelaine – violoncello
Chris Maitland – batteria

 

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