“Quello che (non) ho” convince ancora. Capossela e Guccini gli ospiti

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Continua l’avventura di Fabio Fazio e Roberto Saviano alla conduzione di “Quello che (non) ho“, che forte di uno share di oltre il 12% registrato nella serata inaugurale, ieri sera è andato in onda con la seconda delle tre puntate in programma. Accanto ai monologhi dello scrittore campano di “Gomorra”, appassionati e rabiosi, sul linguaggio mafioso e sulle morti dei testimoni di giustizi che hanno dato la vita per cercare di squarciare il velo del silenzio e dell’omertà che sta intorno alle organizzazioni criminali, hanno avuto spazio anche ieri, così come il giorno precedente, molti momenti dedicati alla musica.

Oltre alla presenza, stabile nelle tre serate, di Elisa che è salita sul palco portando, prima “One” e poi  “Bridge Over Troubled Water“, intensa e impeccabile come nella puntata precedente, “Quello che (non) ho” ha ospitato anche Vinicio Capossela e Pacifico che si sono esibiti con due branim anche il Maestro Nicola Piovani e Francesco Guccini che hanno condiviso con il pubblico le loro parole “care”.

Il cantautore di Hannover ha portato sul palco la parola “Grecia” eseguendo una cover del pezzo di De Andrè scelto come sigla e titolo del programma de LA7 e che nelle prima puntata era stata proposta in chiave rock dai Litfiba. La versione di Vinicio Capossela si è ispirata al  rebetiko (genere della  musica greca)  con un richiamo a quegli stessi sapori di terra ellenica scelti come filo conduttore dell’album “Rebetiko Gymnastas“, che sarà pubblicato il prossimo 12 Giugno dall’etichetta La Cupa.

Pacifico è stato invece protagonista di quello che nella presentazione Fabio Fazio ha definito un esperimento: quello di raccontare la sua parola “cara” attraverso una canzone. “Presente” è la parola che il cantautore ha scelto: per descriverne il senso si è affidato ad un brano scritto apposta per l’occasione presentandola al pubblico di “Quello che non ho”.

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Tra gli altri ospiti ci sono stati il Maestro Nicola Piovani che ha portato la parola “stupore” raccontando del suo rapporto con Fellini e della nascita delle musiche per la scena dell’oboista per “La voce della Luna” e  Francesco Guccini che ha scelto come parola da presentare “cantautore” offrendo al pubblico, che l’ha accolto con un lungo e caloroso applauso,un monologo in 4 minuti sulla nascita del cantautorato: sull’idea del cantauore come un ibrido e schivando con ironia e intelligenza gli inviti di Fazio ad esibirsi.

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