Sono solo canzonette: Across the universe – The Beatles

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Il 4 febbraio 2008 alle 19, quando in Italia era l’una di notte e solo i più insonni continuavano a resistere, la NASA trasmetteva “Across the universe” nello spazio.

Era una giornata particolare: la NASA spegneva 50 candeline, mentre il Deep Space Network ne spegneva 45. Il brano scritto da John Lennon, invece, 40 anni di successo ininterrotto. Ancora oggi rimane uno dei pezzi più emozionanti mai realizzati dai Beatles, rivisto in decine e decine di cover. Con “Across the universe” si vince facile, lo stesso John Lennon era convinto che fosse il testo più poetico che avesse mai scritto. Si sente l’influenza degli anni in cui i Beatles erano dediti alla meditazione trascendentale. L’avevano scoperta a Londra, durante i loro tentativi di espandere la coscienza, fino ad allora portati avanti sperimentando varie droghe.

Across the universe” uscì in un anno importante come il 1969. La summer of love, Woodstock, gli hippie, la guerra in Vietnam. Era l’anno del celebre rooftop concert ma anche uno degli ultimi sprazzi di vita del gruppo, ormai sull’orlo della separazione. La canzone fu scritta da John Lennon due anni prima, in una notte in cui parlava con la moglie Cynthia. Lei parlava, parlava senza mai arrivare al dunque, così nacque il primo verso di “Across the universe“. Lennon lo appuntò e il giorno dopo, mettendosi al piano, lo costruì, aggiungendo anche il mantra “Jai Guru Deva, om“. È una frase in sanscrito e significa “Grazie, ti saluto Maestro Divino”. In questa canzone “cosmica” il Maestro Divino è Maharishi Mahesh Yogi, nel loro periodo indiano i Beatles furono i suoi discepoli, dopo averlo incontrato a Londra. Mahesh divenne famoso proprio perché negli anni Sessanta erano molte le celebrità che si recavano da lui per imparare la meditazione trascendentale. L’influenza si avverte nel brano, che nonostante la sua semplicità sembra essere davvero in perfetta armonia con l’universo. Da “Across the universe“, oltre a numerose cover come quella di David Bowie, di Fiona Apple o di Rufus Wainwright, è nato il musical di Julie Taymor uscito nel 2007 – un immenso omaggio ai Beatles e al loro impatto sulla cultura popolare. Ambientato anch’esso negli anni ’60, riprende le atmosfere dell’epoca e vanta l’apparizione di alcuni cantanti come Bono Vox (che canta “I am the walrus”) e Joe Cocker (“Come together”), mentre “Across the universe” è interpretata da Jim Sturgess, protagonista del musical nei panni di Jude.

Il 4 febbraio 2008 tutti i fan dei Beatles furono invitati ad ascoltare contemporaneamente il brano, mentre la NASA lo inviava in direzione di Polaris. Magari l’influsso del brano è arrivato fin lì e, anche solo per un secondo, è possibile che l’universo – o un pezzettino di esso – sia stato in armonia, almeno lì, da qualche parte a 431 anni luce di distanza.

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