E’ morto Lilli Greco, produttore di Francesco De Gregori e Paolo Conte

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Lilli Greco e Francesco DeGregori

Si è spento ieri, all’età di 78 anni, nella sua casa di Grottaferrata il noto produttore discografico, compositore, musicista, e arrangiatore italiano Lilli Greco, famoso per aver scoperto moltissimi cantautori da Francesco de Gregori a Paolo Conte.

Dopo essersi diplomato in pianoforte al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, Greco inizia una carriera concertistica che abbandonerà nel 1957 quando viene assunto dalla RCA Italiana come assistente musicale, diventando però ben presto produttore discografico.

Negli anni Sessanta Greco lavora con i nomi più prestigiosi della musica italiana, da Jimmy Fontana a Gianni Morandi, da Rita Pavone a Edoardo Vianello, da Patty Pravo a Gabriella Ferri, dedicandosi anche alla composizione di brani.

Nei primi anni Settanta decide di fondare, insieme a Paolo Dossena, la Delta, una casa discografica autonoma, con la quale scopre e lancia Riccardo Cocciante; la Delta lavora anche come casa di produzione, e così Greco continua a collaborare con la RCA Italiana e le altre etichette, producendo i dischi di molti “cantautori” come Francesco De Gregori, Antonello Venditti e Paolo Conte, Conte che proprio da Greco verrà convinto a cantare i suoi pezzi, dopo essere stato compositore per anni.

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Lilli Greco e Francesco DeGregori

Persona dalla capacità più unica che rara di sostenere i giovani talenti della musica italiana e di indirizzarli al meglio, Greco negli anni Ottanta si dedica principalmente alla composizione di colonne snore collaborando con la regista Lina Wertmüller, anche se continua a lavorare con i musicisti, tra i quali Gaio Chiocchio, gli Avion Travel, Ennio Rega, Marcello Murru, Roberto Sironi e Nicoletta della Corte.

Collabora anche con la rivista “Musica Leggera” e nel 2007 Maurizio Becker pubblica per la Coniglio editore un libro intervista a Lilli Greco, intitolato “C’era una volta la RCA. Conversazioni con Lilli Greco“, che l’anno successivo vince il Premio Siae come miglior libro di saggistica sulla musica italiana.

Un’altra grave perdita per il panorama musicale italiano.

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