Dopo il successo ottenuto nelle città di Udine, Ferrara, Roma e Lucca Paolo Nutini, l’artista scozzese di origine italiana, toscana per la precisione, arriva a Milano al Jazzin’ Festival 2010, dove l’ospite d’eccezione è stata la bella Florence Welch , la diva pop più apprezzata della scena inglese che è molto più di una spalla per cantautore scozzese. Un appuntamento quello dei due artisti che si è trasformato in una gran festa e che grazie all’atmosfera e alla partecipazione del pubblico ha reso vivibile anche la Milano estiva.
Ad anticipare lo show di Paolo Nutini a Milano, è proprio Florence & The Machine che solcato il palco del Jazzin’ Festival ha ammaliato il pubblico grazie al suo look a metà tra fantasma e regina dei vampiri e alla sua voce poderosa e calda che non si è spezzate neanche quando saltava da una parte all’altra del palco proponendo i pezzi del suo album d’esordio.
Ma cresce l’attesa dei fan per Paolo Nutini che terminato lo show della bella Florence si presenta con una canotta bianca attillata e con un bicchiere di vino rosso che ha accompagnato il cantante per tutto il suo spettacolo che inizia con calde vibrazioni caraibiche
Con una band di livello impreziosita da una sezione fiati, un sound vintage puramente anni Settanta, i primi brani comunicano una gioiosità reggae in cui la voce nera, nerissima, di Nutini non può che ricordare quella di Bob Marley. Da solo, con la chitarra acustica, Nutini sfoggia con consumata abilità, nonostante la giovane età. La scaletta è incentrata sul secondo disco di Nutini, Sunny Side Up, ma ben equilibrata tra pezzi lenti e canzoni più ritmate che ricordano Dylan e pezzi divertenti e ballabili, godibili dal pubblico presente.Oltre all’entusiasmo provocato da pezzi ormai divenuti classici come New Shoes e Pencil Full Of Lead, hanno emozionato l’intero pubblico Candy, Coming Up Easy e Jenny Don’t Be Hasty che ha chiuso la prima parte dello spettacolo.
La seconda parte dello show è una grande lezione R&B e soul afroamericana: Nei brani lenti si raggiunge l’intensità di un Otis Redding, quello più romantico e sensuale di No Other Way, l’irresistibile Down in Mexico, Pencil Full of Lead,Candy che fanno divertire e ballare la platea e la tribuna.
Ma il meglio di se l’artista lo ha riservato per il finale quando a sorpresa e da solo sul palco con la sua chitarra acustica, dedica l’ultimo brano a Milano interpretando Caruso, di Lucio Dalla: un’interpretazione che ha lasciato a bocca aperta tutto il pubblico che parlerà a lungo del giovane scozzese dalla voce scura.
Che talento questo ragazzo…veramente raro!