41 anni fa l’addio a Janis Joplin

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1997

E siamo arrivati già ad Ottobre, gente! Sembrava ieri che l’estate era appena cominciata, tutti a correre al mare, a fare diete e litigare con le code in autostrada… E siamo arrivati anche a martedì, ormai la settimana si è avviata, siamo tornati tutti a lavoro o allo studio… Oggi è il 4 Ottobre, una giornata come tante, il 4 Ottobre 2011 è uguale al 4 Ottobre 1986 o al 4 Ottobre 1970… No. Questo no.
Il 4 Ottobre 1970 non è stato un giorno qualunque per la musica, il 4 Ottobre 1970 ha segnato una generazione e la sua discendenza.

Esattamente 41 anni fa veniva dato l’annuncio della morte di Janis Joplin. L’hanno ritrovata sola in una stanza d’albergo ad Hollywood, morta da 18 ore secondo le perizie, incastrata tra il letto e il comodino, in una pozza di sangue che le colava da naso e bocca.
Overdose di eroina, dichiara il coroner.

janis joplin

E’ una storia che si ripete: un talento esplosivo, tanto prorompente quanto fragile, si affaccia al mondo della musica, il successo, la fine improvvisa nella solitudine. E lì, proprio in quell’istante nasce il mito. Perchè questo è Janis Joplin oggi, è un mito. Al pari di Jim Morrison, John Lennon, Kurt Cobain, Michael Jackson, Amy Winehouse: ragazzi che votano la propria vita all’arte, che vivono la musica sopra sotto dentro la pelle, che non possono non suonare perchè è lì che sentono di essere vivi.

Avevo pensato di scrivere qua la sua biografia, sciorinare inutili informazioni prese da Wikipedia sulla strada dove ha abitato, postare la foto della sua fantastica macchina psichedelica, mettervi al corrente che Rolling Stone la mette al 46° posto nella classifica dei 100 artisti più importanti della storia della musica. Ma poi c’ho pensato sù, anzi ho fatto di meglio, ho messo le cuffie nelle orecchie e mi sono messa ad ascoltare, sentire alla maniera anglosassone quella voce e quelle note. Non ha senso che stia qua a dar sfoggio delle misere conoscenze teoriche che chiunque può costruirsi girovagando in internet.
Un’artista, una persona come Janis Joplin merita ben altro ricordo.

Mi permetto di offrire uno spunto a chiunque di voi oggi abbia voglia di dedicarsi al buon ascolto: andate sul sito ufficiale janisjoplin.it, tuffatevi nel mondo di colori, sana follia, gioia di vivere di questa cantante straordinaria. In sottofondo al vostro viaggio la migliore delle compagnie, la sua voce: graffiata, urlata, un canto liberatorio e di libertà. Non è semplice blues, non è solo soul, questa è “Anima”.

Woodstock, pace e amore, libertà, sono tutte belle parole di cui spesso ci si riempie la bocca senza nemmeno comprenderne il reale significato. Prendete una canzone, una a caso tra quelle che trovate su youtube e cliccate sul triangolino: una mano con anelli al medio e al mignolo, piena di braccialetti di metallo al polso, vi prenderà dritti allo stomaco e vi trascinerà in un mondo lontano ben più di 40 anni da qui, in un universo senza tempo e senza spazio, senza confini, pieno di niente se non note e suoni, armonie che corrono si rincorrono si fondono. La rappresentazione dell’anima, dell’infinito, della pace, della gioia. Colori forti, come di luci al neon che brillano su un fondo scuro, barre onde fiumi di sole giallo e nuvole azzurre, gli occhi si chiudono, i piedi si staccano da terra, non sei più corpo, non hai più consistenza, sei pura emozione, sei musica.

Questo è l’effetto che ha su di me Janis Joplin. Una donna che senza nemmeno rendersene conto è stata capace di mettere nero su bianco, vibrazioni su gommalacca pezzi della propria anima, sonde della nostra che rimane attratta da una forza sconosciuta.

La musica è un’arte e come tale prevede conoscenze tecniche e teoriche basilari, ma è anche e soprattutto emozione, catarsi, purificazione, espiazione, liberazione. Janis Joplin ha rappresentato tutto questo per intere generazioni ed oggi, 40 anni dopo quel raccapricciante giorno, ci sono ragazzi poco più che ventenni che tremano delle sue emozioni e non gliene può fregare di meno se stona, se è calante, se non ci arriva.
Janis Joplin è musica. E la musica non muore mai.

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