Sono solo canzonette: Summertime – George Gershwin

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Quando iniziano le prime note di “Summertime” si è subito trasportati negli Stati Uniti del Sud, tra le piantagioni di cotone – ormai alto – degli anni Trenta.

È quello che George Gershwin voleva trasmettere quando pensò a questa canzone, nata principalmente come una ninna nanna. Per racchiudere tutte le atmosfere necessarie all’opera, Gershwin si trasferì per un periodo a Folly Island, nella Carolina del Sud. Poi tornò a casa, a New York, dove finì di scrivere la sua composizione. Il celebre compositore inserì “Summertime” nello spettacolo teatrale “Porgy and Bess” (1935), riadattamento del romanzo “Porgy” che aveva scritto nel 1926. La storia ruota attorno alla vita degli afroamericani nella strada fittizia di Catfish Row a Charleston, Carolina del Sud, all’inizio degli anni Trenta. Lo spettacolo di Broadway riscosse molto successo e “Summertime” ebbe immediata popolarità. Il brano ricorreva in diverse versioni per quattro volte nel corso dell’opera ma a rimanere più impressa al pubblico fu proprio la prima. Nel primo atto, infatti, la canzone viene intonata come ninna nanna nel tentativo di addormentare un bambino. I più piccoli, allora, sentirono spesso le loro mamme intonare la melodia di “Summertime” prima di addormentarsi. Oltre a richiamare le atmosfere degli Stati del Sud, con la sua malinconia, la canzone si dimostrò fin da subito particolarmente versatile. Dal 1935 ad oggi, la canzone è stata riadattata migliaia di volte, tanto da contendersi con “Yesterday” dei Beatles il titolo di canzone più rivisitata di sempre. Esistono, infatti, oltre duemila versioni ufficialmente registrate. A proposito di Beatles, “Summertime” fu il primo brano che la band di Liverpool suonò insieme a Ringo Starr. Ancora non erano “più famosi di Gesù Cristo”, era il 15 ottobre del 1960. I Beatles si trovavano ad Amburgo, in Germania, in uno studio di registrazione malmesso sul retro di una stazione ferroviaria.

La versione di Joplin

Come già detto, la facilità d’esecuzione del brano e la sua popolarità hanno spinto moltissimi artisti a riadattarlo. Nel 1936 Billie Holiday la fece arrivare in classifica, a seguire lo standard jazz fu eseguito da Miles Davis, Bill Evans, Chet Baker, popolare è la versione di Louis Armstrong ed Ella Fitzgerald. Esiste una versione degli Zombies, che l’avevano inserita nel loro primo album nel 1965, per poi omaggiarla nel testo di “Time of the season”, il brano che li consacrò al successo nel 1968. Tra gli artisti che hanno riproposto “Summertime” ci sono anche Scarlett Johansson, Annie Lennox, Al Green, Nina Simone; delle versioni sono state fatte in Italia, la più famosa è quella di Johnny Dorelli ma c’è anche una cover di Raphael Gualazzi.

Tuttavia la versione più famosa, per svariati motivi, rimane quella di Janis Joplin. Non solo per la voce roca dell’artista, che rende il brano ancora più emotivamente intenso, ma perché rappresenta il ricordo di un’epoca mitica della storia della musica. Nel caldo agosto di Woodstock, Janis Joplin saliva sul palco alle due del mattino, con in corpo una quantità notevole di alcol e droghe. Tra i brani in scaletta c’era anche quello di Gershwin. Lo avevano visto tutti che quella notte – e molte altre volte – la cantante non era lucidissima e nel giro di pochi mesi, a soli 27 anni, Janis se ne sarebbe andata per sempre a causa di un’overdose da eroina. Janis Joplin intonò “Summertime” per l’ultima volta il 12 agosto 1970 durante il concerto che tenne all’Harvard Stadium di Boston.

Photo by Sean O.

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